28 maggio 2018
Oggi 168 - Chi comanda
Ci si chiede, dopo questi 90 giorni di passione politica, chi comandi davvero in Italia. I mercati o il nostro governo? E, dentro il nostro governo, Salvini o Di Maio o il neopremier professor Conte?
• Che cosa intende con l’espressione «i mercati»?
Stavamo per tornare alle urne perché Mattarella non voleva Savona ministro dell’Economia e i mercati, vendendo debito italiano e prospettandoci l’incubo di interessi da pagare più alti, lo sostenevano. Salvini sembrava deciso a non mollare, ma proprio il famoso spread in salita deve averlo convinto a cedere. Quindi i mercati hanno di sicuro una parte in quello che ci succede. E del resto siamo indebitati per 2.300 miliardi e un debitore non è mai completamente libero. Il creditore, in qualche modo, lo possiede e lo condiziona.
• Il governo conta qualcosa? Poco, niente, molto?
Il governo conta, ma anche qui bisogna intendersi sul verbo «comandare». Siamo in un sistema forse anche troppo complesso, dove qualunque decisione deve essere il frutto di una qualche convergenza di un numero sufficiente di interessi. Per esempio, adesso ci sono da nominare circa 300 persone in posti chiave del sistema pubblico. Qualcuno deve sceglierlo il parlamento e ci vorrà una qualche mediazione con le forze politiche. La maggior parte sono decisi dal governo, ma anche qui non in solitudine. Puoi non tenere conto degli umori del contesto (diciamo così) quando devi nominare il nuovo capo della Cassa Depositi e Prestiti, o i vertici Rai, o il consigliere per la politica estera di Conte?
• Già, Conte. Non è lui il capo di tutto?
La Costituzione dice che il presidente del consiglio «dirige la politica generale del Governo [...] promuovendo e coordinando l’attività dei Ministri». Non proprio un dittatore, Berlusconi infatti si lamentava che «il capo del governo non conta niente». In realtà conta, ma sempre secondo il solito sistema di mediazioni, compromessi, accordi. Il premier non è neanche del tutto libero di scegliersi i ministri, come abbiamo visto in occasione dello scontro con Mattarella su Savona. E anche il presidente della repubblica: ha poteri in teoria molto limitati, anche se i presidenti, da Pertini in poi, hanno allargato, con una sequenza di forzature sulla lettera della Carta, la loro sfera d’influenza.
• I capi partito? Salvini, Di Maio?
Il loro peso dipende dalla loro personalità e dal controllo che hanno sul partito cui appartengono. In questo momento, Salvini sembra del tutto padrone della Lega e fortissimo. Di Maio si direbbe meno saldo in sella: pezzi del M5s non condividono l’alleanza con un partito comunque di destra, a molti il gioco di Di Maio nel dopo-elezioni non è piaciuto, Grillo sarebbe in sofferenza, ecc.