21 maggio 2018
Oggi 167 - Siamesi
La storia delle due gemelline bergamasche Elisabetta ed Evelina, nate attaccate per l’addome e con il fegato in comune, separate poi lo scorso 31 gennaio con un’operazione durata dieci ore: il Corriere della Sera ha messo in prima pagina la foto in cui una sta in braccio alla mamma e l’altra in piedi retta dal papà. I due genitori, Federico e Claudia, che alla diagnosi prenatale eseguita alla dodicesima settimana avevano saputo della malformazione, non hanno mai preso in considerazione l’ipotesi dell’aborto. Hanno invece venduto la casa appena comprata: aveva troppe scale.
Quanti gemelli siamesi nascono nel mondo?
Un caso ogni duecentomila parti. Oggi sopravvivono una volta su due. Sette volte su dieci sono femmine. La vita dopo l’operazione, quando riesce, è comunque difficile, specie se l’intervento è fatto tardi. Le sorelle Foglia, le nostre siamesi più famose, separate a 7 anni nel 1965, ogni tanto vengono intervistate e raccontano di sofferenze psicologiche e fisiche. La riabilitazione è un calvario.
Come si separano due individui che hanno un solo fegato?
Il fegato ricresce. L’intervento è molto complesso e richiede una lunga preparazione. La sua natura varia in funzione della malformazione. Due volte su cento sono uniti per la testa. Si tratta quasi sempre di casi unici, che richiedono la collaborazione di molti specialisti. Lo scorso novembre, al Bambin Gesù di Roma, divisero Rayenne e Djihene, algerine di 17 mesi: nell’équipe venne incluso persino un architetto, al quale fu chiesto di preparare modellini in 3D delle bambine e dei loro organi.
Come facevano un tempo?
Una volta i siamesi morivano (95% dei casi) o, se sopravvivevano, venivano esibiti come fenomeni nelle piazze. C’è anche un film su questo, che si intitola Indivisibili e mostra un padre senza scrupoli che sfrutta le sue due creature siamesi che cantano come usignoli. Al Museo della civilizzazione di Ankara c’è una statuetta in marmo che rappresenta due siamesi. Risale al VI millennio prima di Cristo.