Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 04 Lunedì calendario

Oggi 140 - Fake News

Che cosa significano le due parole «fake news».

Notizie false, bufale, in particolare quelle che rimbalzano migliaia di volte in rete. Per esempio, da noi: Putin che chiede le dimissioni di Renzi dopo l’eliminazione dell’Italia dal mondiale (tre milioni di visualizzazoni su Fb), le suore messe incinte dai migranti, l’immigrato che violenta la bambina, Temistocle, preteso cugino della Boldrini, assunto al Senato a 30 mila euro al mese.

 

Come mai se ne parla tanto adesso?

Il 24 novembre c’è stato un articolo del New York Times dedicato proprio al vorticare delle fake news in Italia. Ci saranno le elezioni, e gli americani temono che Putin, come ha già fatto tante volte, dissemini il territorio del web di scemenze che potranno influenzare il voto. Il pezzo sostiene che questo flusso di infamità passa per la rete dei cinquestelle e per quella della Lega, che sorprendentemente hanno gli stessi codici identificativi. Una portavoce di Google ha detto che capita spesso che siti diversi abbiano lo stesso Id, e che non è una prova che siano collegati. E però è vero che sia Grillo che Salvini hanno mostrato parecchia simpatia per Putin e che la linea russa, quando si tratta di elezioni, è quella di sostenere, anche con i soldi, forze antisistema, specialmente se operano in paesi europei e sostengono che bisogna uscire dalla Ue. L’interferenza di Mosca nelle elezioni di tutto il mondo è ormai un fatto.

 

Difesa di Grillo?

La fake news sarebbe quella del New York Times, che si sarebbe mosso su istigazione di Renzi.

 

Renzi?

Ne ha fatto un punto centrale del discorso della Leopolda, sabato e domenica scorsi. Il Pd ha poi presentato un disegno di legge, modellato su analogo disegno di legge tedesco, in cui si stabilisce che i social network con più di «un milione di utenti registrati sul territorio nazionale» dovranno vigilare sui loro contenuti e prevenire incidenti. Multe da mezzo milione a cinque milioni. Bello, ma la legislatura è finita e si sa già che non si farà in tempo ad approvarla.