31 luglio 2017
Oggi 122 - Acqua
C’è un po’ meno sete di prima, adesso che al Nord è piovuto un minimo?
Ma non direi. A parte il caso di Roma, dove l’acqua sarà razionata a partire da venerdì prossimo (ne riferiamo a parte), dieci regioni si accingono a chiedere lo stato d’emergenza per perdurante siccità. Il settore più in crisi è quello agricolo. I due terzi dei campi coltivati sono a secco, condizione che vale una perdita di due miliardi (calcolo Coldiretti). Le dieci Regioni che presenteranno la richiesta di emergenza (stato di calamità naturale) puntano alla sospensione delle rate di mutuo, al blocco dei contributi e agli aiuti per il ristoro dei danni previsti dall’apposito Fondo. Il Lago di Garda è al 34,4% della sua capacità, il Po al Ponte della Becca (Pavia) è tre metri e mezzo sotto lo zero idrometrico (il livello del mare), in Lombardia l’erba a disposizione del bestiame è calata del 20%, in Piemonte del 50%, in Trentino del 30%, in Veneto, per prevenire il fuoco, «gli agricoltori sono costretti a bagnare la soia, il mais, barbabietola, tabacco oltre a tutte le orticole, comprese le frutticole già in emergenza ma anche i prati stabili con conseguente aggravio dei costi di produzione» (Coldiretti). Danni molto gravi si registrano anche in Campania, Sicilia, Sardegna. Nelle Marche la scarsità dei foraggi ha provocato la diminuzione di un quinto nella produzione di latte. L’unica consolazione è che la qualità di vino, olio, grano, pomodoro quest’anno dovrebbe essere eccezionale.
La gran sete è solo colpa del caldo o c’è anche il fatto che la nostra rete idrica funziona male?
La rete idrica italiana è lunga 425 mila chilometri, ma sei volte su dieci i tubi sono vecchi di trent’anni e nel 25 per cento dei casi sono vecchi di mezzo secolo. La manutenzione è quasi pari allo zero: ogni chilometro di rete è rinnovato per 3,8 metri all’anno. Per sostituire tutto il sistema, a questo ritmo, ci vorrebbero due secoli e mezzo. Le perdite medie sono del 39%, con punte al Centro e al Sud del 46 e del 45%.