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 2016  settembre 19 Lunedì calendario

Oggi 78 - Attentati

Bombe Mancano una quarantina di giorni all’8 novenbre, giorno in cui gli americani sceglieranno il nuovo presidente degli Stati Uniti, e intanto terroristi di ogni specie cercano di spaventare il Paese e di orientare il voto. Sabato sera, in un cassonetto della Ventitreesima strada di New York (siamo nel quartiere di Chelsea, allo stesso tempo intellettuale e popolare), sconosciuti hanno piazzato dell’esplosivo, che è scoppiato alle otto e mezza di sera, con un boato enorme e ferendo, non gravemente, ventinove persone. Altro esplosivo era stato piazzato in un Dodge Caravan parcheggiato a quattro isolati di distanza, sulla Ventisettesima: ma questo non è saltato in aria. Intanto, nel centro commerciale Crossroad di St. Cloud, nel Minnesota, un somalo accoltellava nove persone, gridando Allah Akhbar, e alla fine veniva ucciso da un poliziotto. In mattinata, a Seaside Park (di nuovo a New York) era saltato in aria un cassonetto lungo il percorso di una maratona organizzata per beneficenza dal corpo dei Marines. L’America, insomma, è sempre sotto tiro. E nella notte tra domenica e lunedì, sui binari della stazione di Elizabeth, nel New Jersey, sono state trovate cinque bombe in un cassonetto della spazzatura.

Attentati L’Isis ha rivendicato le gesta del somalo, su tutto il resto - nonostante cinque arresti effettuati lunedì mattina - pesa l’incognita del lupo solitario. L’America se ne è spaventata? Si direbbe di no: a Chelsea, dopo l’enorme boato, la vita notturna del sabato sera è continuata come al solito. Ma intanto l’Isis e i suoi alleati entrano nella campagna elettorale. Trump, subito dopo aver saputo delle esplosioni: «Viviamo in un momento in cui dobbiamo usare le maniere forti. Faremmo meglio a essere molto, molto, molto duri». Hillary, avendo saputo quello che aveva detto The Donald: «Dobbiamo cercare di capire le cause dell’accaduto, e soprattutto chi c’è dietro. Nel frattempo l’unica cosa che si può fare è attendere gli sviluppi dell’indagine, e pregare per le vittime». Due dichiarazioni che descrivono bene i due candidati. Sarà l’Isis a determinare il vincitore? Chi sa. Intanto Trump ha recuperato, e i due sfidanti sono adesso alla pari.