22 agosto 2016
Oggi 74 - Siria
Siria In Siria la guerra dura da cinque anni. All’inizio, fu una rivolta di gruppi ribelli contro il presidente sanguinario Assad II. Gli americani incoraggiarono la rivolta finché non si accorsero che tra i ribelli c’erano molti jihadisti nemici degli Stati Uniti. Prevalse così l’idea di mantenere il conflitto in pareggio: Assad II, appoggiato da iraniani russi e cinesi, è un nemico dell’America; e i ribelli pure. Non far vincere nessuno dei due, dato che chiunque avesse vinto sarebbe stato un problema per gli americani, pareva astuto. I ribelli erano aiutati anche dai sauditi, perché Assad è sciita e gli arabi sunniti. Dunque all’interno della ribellione a un regime sanguinario si giocava per l’ennesima volta la partita millenaria tra sciiti contro sunniti.
Califfo Nel 2014 si manifesta il soggetto nuovo: appare in un video Al Baghdadi, si proclama Califfo, annuncia che unirà Siria e Iraq nello Stato Islamico (Isis), che, a suo dire, «ogni musulmano ha il dovere di raggiungere». Dopo poco appare il boia nero con l’accento inglese che taglia le teste in favore di telecamera. I video terrorizzano il mondo. Il Califfo conquista abbastanza rapidamente un territorio enorme, che comprende mezza Siria e mezzo Iraq. A quel punto, un anno fa, comincia la reazione del resto del mondo: una coalizione di 60 paesi guidata dagli Usa bombarda le postazioni del Califfo, i ribelli - frazionati in mille gruppi - combattono e non combattono l’Isis, Assad combatte i ribelli, i curdi si dànno da fare contro l’Isis, gli iraniani aiutano Assad, i turchi fingendo di attaccare l’Isis bombardano i curdi e fanno finta di non vedere i jihadisti armati fino ai denti che gli passano davanti.
Adesso Adesso l’Isis è ridotta alla sola Aleppo, dove resiste non si sa a che scopo. La città è massacrata al punto che i russi hanno concesso a una tregua di 48 ore per consentire di portare aiuti alla popolazione civile. Questa lunga carneficina è costata finora 300 mila morti e cinque milioni di profughi.