30 maggio 2016
Oggi 62 - Cani e gatti
Cani e figli Il Papa ha detto: «Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti e ai cani che poi lascia sola e affamata la vicina». Un’altra volta, riferendosi al matrimonio per scelta senza figli («che non piace a Gesù»), aveva detto: «Forse è più comodo avere un cagnolino, due gatti e l’amore va ai due gatti e al cagnolino. Ma alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine».
Reazioni Ci sono state varie reazioni, di solito in difesa di animali e animalisti, e tra queste quella del papista Giuliano Ferrara, che col suo bassotto va perfino in tv («Caro Francesco, giù le mani da cani e gatti, e lasciaci liberi con i vicini»). Il problema c’è: Benedetto XVI aveva tre gatti, o forse addirittura cinque, ed è famoso il suo attaccamento al gatto Chico, affidato al momento del conclave alla famiglia Hofbauer e cresciuto con una vigilanza assidua, giorno per giorno, come hanno raccontato gli stessi Hofbauer. Il cardinale Bertone ha sostenuto che Ratzinger si fermava per strada a chiacchierare in tedesco con gatti sconosciuti, certo di essere capito anche se il gatto era romano. Ratzinger, evidentemente, non aveva figli, ha amato molto gli animali, e ha pure dedicato, per definizione, la sua vita al prossimo.
Paradiso D’altra parte, un’altra volta, Francesco ha detto: «Un giorno ritroveremo i nostri animali nell’eternità di Cristo», cioè in Paradiso. E dentro San Pietro sono scolpite o dipinte 2.500 bestie o bestiole, inclusi delfini, gechi, pipistrelli, lucertole, maiali, salamandre. Anche se di gatti ce n’è uno solo. Sui gatti, la Chiesa forse qualche problema ce l’ha: nel 1233 papa Gregorio IX ordinò che si sterminassero quelli neri, identificati per certo come amici delle streghe. Più tardi, si decise di sterminarli tutti, i gatti, a prescindere dal colore. Il buon Dio, in questo caso, dovendo scegliere, ha scelto però i gatti dato che Roma, oggi, è piena di gatti, divenuto quasi un animale-simbolo della città.