23 maggio 2016
Oggi 61 - Parma
Inceneritore A Parma c’è un sindaco grillino che si chiama Federico Pizzarotti. È stato eletto nel 2012. In campagna elettorale questo sindaco aveva promesso di fermare l’inceneritore, in quanto inquinante. Una volta eletto ha constatato che le penali da pagare per smontare l’inceneritore erano enormi. Quando Pizzarotti s’è insediato comune e società del comune avevano debiti per 870 milioni: soldi per pagare penali non ce n’erano. Si finì di costruire l’inceneritore, che adesso funziona e anzi la società che lo gestisce si propone di farlo funzionare ancora di più.
Regio Casaleggio e Grillo non hanno mai perdonato a Pizzarotti la storia dell’inceneritore. Soprattutto non hanno mai perdonato a Pizzarotti che Pizzarotti avesse una certa esposizione nazionale, i giornali non facevano che intervistarlo e studiare il caso di Parma, dove il sindaco era oltre tutto impegnato a ridurre il famoso debito senza perdere consensi. Gli attacchi a Pizzarotti da parte dei capi del M5S si sono sprecati. Da ultimo la settimana scorsa Pizzarotti ha ricevuto un avviso di garanzia: la Procura indaga sul metodo seguito per la nomina della signora Anna Maria Meo a direttore del Regio. Dopo la nomina, come sempre, c’è stato un ricorso da parte di uno dei perdenti. Succede più o meno sempre, e l’avviso di garanzia, che non è un’incriminazione, è un atto dovuto. Il figlio di Casaleggio, che è succeduto al trono del padre, ha tuttavia disposto che Pizzarotti fosse sospeso dal partito. E tra pochi giorni sarà espulso. Pizzarotti ha fatto capire che l’anno prossimo formerà un movimento di fuoriusciti grillini e si ripresenterà alle elezioni comunali. Se dovesse vincerle, avremo un nuovo concorrente per Palazzo Chigi?
Giunte I grillini governano in 17 comuni e di questi i giudici ne hanno messi sotto inchiesta 13. Il principio del «siamo duri e puri», facile da sbandierare quando si sta all’opposizione, diventa molto complicato in un paese pieno di leggi, regolamenti e giudici col fucile puntato.