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 2016  aprile 25 Lunedì calendario

Oggi 58 - Milano

Problema Il problema delle elezioni di Milano, dove a giugno si sceglierà il nuovo sindaco, è che i due candidati più forti si somigliano molto, al punto che non si è certi che il candidato della destra sia davvero di destra e che il candidato di sinistra sia davvero di sinistra.

Giuseppe Sala Giuseppe Sala è il candidato di Renzi, ha vinto le primarie sconfiggendo la vice di Pisapia Francesca Balzani (sinistra-sinistra), poi ha ricucito con la sinistra-sinistra che adesso lo appoggia. Deve molto, o forse tutto, al risultato di Expo, ben sfruttato dal premier. È partito, per dir così, con la vittoria in tasca, al punto che alle primarie sono andati a votare anche un bel po’ di cinesi che stanno a Milano e che puntano su un buon rapporto con il prossimo sindaco. C’è solo un punto: Sala ha lavorato come city-manager con la Moratti quando la Moratti era sindaco, e senza ombra di dubbio berlusconiana a 24 carati. Il candidato di Renzi sostiene che quello era un incarico tecnico, che riguardava il professionista e non l’eventuale, futuro uomo politico. Adesso, a ogni occasione, Sala comincia i discorsi così: «Siccome sono di sinistra...». Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, gli ha consigliato di dirlo un po’ meno.

Stefano Parisi Il candidato milanese del centro-destra è Stefano Parisi, l’offerta gli è venuta direttamente da Berlusconi (niente primarie), Salvini e Meloni, una volta tanto, si sono detti d’accordo. Anche se ha lavorato come city-manager di Albertini (sindaco di destra, ma a modo suo), nel curriculum ha una giovinezza in Cgil e nella sinistra lombardiana, e ruoli di responsabilità al fianco di De Michelis, Giuliano Amato e Ciampi. Partito quasi senza speranza, ha recuperato alla grande, dicono i sondaggi, e adesso sta quasi alla pari col suo avversario (intorno al 21% dei consensi). Ha detto il finanziere colto Francesco Micheli: «Parisi sarebbe stato un ottimo candidato di Renzi». Forse no: tra quelli che segretamente lavorano per lui c’è Massimo D’Alema.