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 2016  marzo 21 Lunedì calendario

Oggi 53 - Migranti

Siria Il problema dell’immigrazione sembrava tanto complicato quando le masse arrivavano dall’Africa... E adesso che arrivano anche dal Medio Oriente, e specialmente dalla Siria? Gli africani erano in genere «migranti economici», gente cioè che la strana legislazione internazionale consente di respingere. I siriani invece sono «refugee», cioè profughi, gente che scappa dalla guerra, persone cioè che la medesima legislazione interrnazionale ci impone di accogliere. È così che va letto l’accordo della settimana scorsa tra Ue e Turchia, accordo approvato all’unanimità e impossibile da applicare: i disperati che arrivano in Grecia saranno tutti rimandati indietro, ma se tra quelli rimandati indietro c’è un siriano, un altro siriano avrà via libera dai campi profughi turchi alle città europee. Questo drammatico ping-pong doveva cominciare già lunedì, ma i greci hanno fatto sapere che prima del 4 aprile non se ne parla, ci vogliono burocrati, avvocati, funzionari esperti di questioni diplomatiche, poliziotti, un totale di circa tremila addetti da trovare soprattutto sul continente. E da dove tirar fuori le barche per riattraversare l’Egeo? Tutti quelli che se ne intendono scuotono la testa.

Turchia Ma intanto l’accordo impone alla Turchia di tenersi i suoi due milioni di refugee siriani. In cambio ad Ankara sono stati promessi altri tre miliardi (nel 2018) e la disponibilita a riaprire la trattativa per l’ingresso nella Ue, ingresso che a suo tempo troverà  un’opposizione fierissima. La Turchia risulterebbe il più povero tra i paesi Ue e quindi succhierebbe una quantità di contributi che adesso vanno a Spagna, Portogallo, paesi dell’Est, un po’ anche all’Italia. E i turchi avrebbero la rappresentanza più folta in Parlamento, essendo il Paese più popoloso.

Libano Intanto però c’è anche il pericolo Libano, che ospita nei suoi campi un altro milione e tre di siriani. Il Libano ha appena 4,5 milioni di abitanti. In proporzione è come se noi accogliessimo 27 milioni di profughi.