1 febbraio 2016
Oggi 46 - Schengen
Grecia I migranti che vogliono andare in Germania o in Austria o comunque nel Nord Europa sbarcano di preferenza in Grecia e poi attraversano il confine con la Macedonia. Quindi, per fermarli - si ragiona a Bruxelles -, sarà sufficiente dare una mano a quelli che vigilano sul passaggio di Skopje. Ma, si risponde da Atene, in questo modo i migranti resteranno tutti qui da noi, e come possiamo sopportarlo? Gli si risponde da Bruxelles: sorvegliate meglio i vostri confini. E quelli spiegano: ma i nostri confini consistono in 400 isole, e come si possono controllare 400 isole?
Muri Non è diverso il problema per l’Italia. Alfano ha detto: come potremmo mettere il filo spinato in mezzo al Mediterraneo? La questione è diventata urgentissima perché sei Paesi hanno sospeso il trattato di libera circolazione noto come «Schengen». Si tratta di Austria, Germania, Danimarca, Francia, Svezia e Norvegia. A questi nuovi controlli di frontiera si devono aggiungere la barriera di filo spinato (alta quattro metri) tra Ungheria e Serbia, il pre-muro greco-macedone, la palizzata in costruzione a Calais (15 milioni stanziati da Londra) e l’altro muro di 160 chilometri tra Bulgaria e Turchia, più le reti con telecamere e sensori di Ceuta e Melilla (20 chilometri per sette metri). Gli svedesi hanno già rimandato a casa 80 mila profughi, i danesi hanno votato una legge che li autorizza a lasciare al migrante 1.300 euro e sequestrargli il resto. Il 25 gennaio si sono riuniti ad Amsterdam i 28 ministri dell’Interno europei, e alla fine hanno assicurato che la morte di Schengen sarebbe la morte per l’Europa. Una bella frase, senza nessuna decisione. Schengen viene data morta di fatto da molti osservatori.
Confini L’Europa non vuole farsi carico, perché costa, di questa semplice verità: i paesi che si trovano alla periferia del continente hanno la responsabilità di confini che sono in realtà di tutti. Se si respinge questo assioma, si condannano paesi come Italia e Grecia a gonfiarsi di migranti. Pensare di fermare i flussi con i muri è ingenuo e criminale. Finché ci sono guerre e miseria, i flussi continueranno. Si tratta solo di capire chi ne sarà travolto.