5 ottobre 2015
Oggi 29 - Armi
Oregon Giovedì scorso, Chris Harper Mercer, 26 anni, è entrato nell’Umpqa Community College di Roseburg, cittadina dell’Oregon, e ha sparato ininterrottamente per parecchi minuti contro gli studenti riuniti nello Snyder Hall e nello Science Building. Prima di far fuoco, ha chiesto alle sue vittime di che religione fossero. Poi ha mirato alle gambe dei musulmani, alla testa o al cuore dei cristiani. I morti, nel momento in cui scriviamo, sono nove.
Psicopatico La questione è se sia solo un problema mentale o se c’entri anche il sistema americano, che permette a chiunque di comprarsi un mitra o una pistola e di girare armato. Mercer, che ha concluso il massacro suicidandosi, aveva un profilo psicologico tipico: chiuso, malinconico, sensibile, molte difficoltà a scuola, iperprotetto dalla madre, assiduo dei social dove ha sparpagliato parecchi indizi intorno alle sue intenzioni. Ma al college s’è presentato con sei armi, e a casa ne aveva altre sette, dunque comprava a tutto spiano, senza che nessuno potesse fermarlo. È difficile negare che qui stia una chiave della vicenda. Certe stragi, del resto, avvengono quasi solo negli Stati Uniti.
Armi In America vivono 318 milioni di persone e circolano fra 270 e 310 milioni di pistole e fucili, quasi uno per abitante neonati compresi. Ammazzati americani del 2013: 33.169. Ammazzati americani del periodo 2004-2013 (quello della lotta al terrorismo): 316.545. Nello stesso lasso di tempo i terroristi hanno ucciso “appena” 313 cittadini degli Stati Uniti. Durante la guerra del Vietnam (1960-1975), i morti americani sono stati poco meno di 60 mila. Il presidente Obama vorrebbe fare qualcosa, ma la potente lobby dei produttori di strumenti da fuoco (Nra) ha riempito il Parlamento di uomini suoi e impedisce qualunque limitazione. Anche i candidati alla presidenza sono in genere poco sensibili al problema. A parte Hillary Clinton, che è sulle posizioni di Obama. Però anche lei sa sparare. Glielo ha insegnato il papà quando era bambina.