10 agosto 2015
Oggi 21.2 - Pompei
Ferrara Qualche settimana fa Giuliano Ferrara ha passato un giorno a Pompei e ne ha scritto poi con entusiasmo sul suo giornale: le brutte notizie relative a quel posto sono calunnie oppure incidenti più o meno inevitabili ovunque, il sito è pulitissimo, la manutenzione straordinaria, il personale gentilissimo ecc. Abbiamo dunque tutti quanti, di Pompei, una percezione sbagliata?
Palestra Eppure, appena dieci giorni fa (lunedì 3 agosto) il ministro Franceschini è andato a inaugurare la Palestra Grande, pronta dopo sette anni di lavori con gli affreschi appena restaurati di Moregine, e chiusa subito dopo l’inaugurazione perché il personale era in ferie. Cose che accadono solo a Pompei? Però, su sollecitazione del ministro, il personale è rientrato dalle vacanze e la Palestra è risultata di nuovo visitabile. Anche lo scorso Natale: subisso di polemiche, perché le rovine sono state chiuse al pubblico. E poi il ministro ha mostrato i dati: a Natale e a Capodanno visitano Pompei ottocento persone circa. A tenere aperto, ci si rimette. Infatti, anche all’estero, per le feste i grandi musei chiudono.
Assemblee Gli altri guai dell’ultimo anno sono stati provocati da una serie di episodi identici: una folla di turisti preme ai cancelli e il sindacato interno, per questioni sue, convoca all’improvviso un’assemblea del personale. Se il sito è incustodito, non può essere visitato. I turisti restano fuori, con danno notevole di soldi e di immagine. L’assemblea è un modo comodo di far pressione, perché non comporta trattenute. Quindi, la faccenda Pompei andrebbe inquadrata in quella più generale del sindacato e del suo rapporto con le controparti e con i cittadini. Persino Il Fatto ha lanciato l’allarme: l’opinione generale oggi - raccolta da quel giornale in decine di occasioni - è che si tratti (pardon) «di un sindacato di merda».
Degrado E l’assenteismo dei custodi, la sporcizia dappertutto, i furti continui di reperti nell’indifferenza generale, i cani randagi? Giuliano Ferrara non li ha visti. Forse ha ragione lui.