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 2015  agosto 03 Lunedì calendario

Oggi 21 - Pompei

Ferrara Qualche settimana fa Giuliano Ferrara ha passato un giorno a Pompei e ne ha scritto poi con entusiasmo sul suo giornale: le brutte notizie relative a quel posto sono calunnie oppure incidenti più o meno inevitabili ovunque, il sito è pulitissimo, la manutenzione straordinaria, il personale gentilissimo ecc. Abbiamo dunque tutti quanti, di Pompei, una percezione sbagliata?

 

Crolli Il ministro Bondi, a suo tempo, fu messo in croce per un muro crollato. Ma forse, in una città tanto antica (l’eruzione è di duemila anni fa), qualche crollo è inevitabile. Specialmente perché i soldi per la manutenzione sono sempre di meno: lo scorso Natale, l’attuale ministro Franceschini decise di chiudere i cancelli (altro subisso di polemiche) perché non c’erano soldi per pagare gli straordinari al personale. I giornali sono prevenuti? Un bel titolo sulle rovine delle rovine di Pompei fa sempre effetto. Franceschini spiegò che, in base ai dati degli anni precedenti, a Natale e Capodanno visitano Pompei ottocento persone circa. Un flusso che non vale lo sforzo di tenere aperto.

 

Assemblee I guai dell’ultimo anno sono stati provocati da una serie di episodi identici: una folla di turisti preme ai cancelli e il sindacato interno, per questioni sue, convoca all’improvviso un’assemblea del personale. Se il sito è incustodito, non può essere visitato. I turisti restano fuori, con danno notevole di soldi e di immagine. L’assemblea è un modo comodo di far pressione, perché non comporta trattenute. Quindi, la faccenda Pompei andrebbe inquadrata in quella più generale del sindacato e del suo rapporto con le controparti e con i cittadini. Persino Il Fatto ha lanciato l’allarme: l’opinione generale oggi - raccolta da quel giornale in decine di occasioni - è che si tratti (pardon) «di un sindacato di merda».

 

Degrado E l’assenteismo dei custodi, la sporcizia dappertutto, i furti continui di reperti nell’indifferenza generale, i cani randagi? Giuliano Ferrara non li ha visti. Forse ha ragione lui.