22 giugno 2015
Oggi 15 - Spiare
Spiare L’azienda ti fornisce il telefonino, indispensabile per lavorare. Il telefonino, come sappiamo, permette in teoria di sapere in ogni istante dove ti trovi. Può l’azienda sfruttare questa informazione che è certamente in suo possesso? Altro caso: scrivi una lettera alla fidanzata o al fidanzato adoperando il computer dell’azienda. Anche in questo caso il padrone può sapere quello che hai scritto, persino se hai adoperato un tuo indirizzo di posta elettronica privato. Può farlo oppure no? E può sfruttare queste informazioni per motivi disciplinari?
Jobs act Il Jobs Act è una legge delega. Vuol dire: stabiliti in Parlamento certi princìpi, il governo può poi scrivere le leggi come gli pare, senza più bisogno di approvazioni parlamentari, attraverso i cosiddetti "decreti delegati". Uno di questi decreti delegati modifica l’articolo 4 del vecchio Statuto dei lavoratori (1970), quello in cui si vietava all’azienda di piazzare telecamere nei reparti per controllare gli operai senza un assenso del sindacato. In che consiste la modifica di oggi? Che quel divieto viene tolto: si possono piazzare telecamere e anche sfruttare quello che si viene a sapere dai cellulari o dai computer sul comportamento dei dipendenti senza che il sindacato possa dir niente. Si potranno adoperare queste informazioni per fini disciplinari? Sì. Si potranno produrre in un eventuale giudizio? Anche qui la risposta è sì, con questa limitazione: solo se le informazioni raccolte serviranno a dimostrare che l’azienda ha subito un danno dal lavoratore.
Sì e no. I sindacati sono naturalmente contrarissimi. Ed è facile invocare il diritto alla privacy e il resto. Chi difende la novità dice invece: la storia delle telecamere in azienda risale agli anni Settanta e a un padrone diverso. Prima di sfruttare le informazioni raccolte in questo modo il lavoratore va comunque informato. L’azienda non potrà comunque agire a capriccio, dovrà essere autorizzata dalle Direzioni territoriali del ministero del Lavoro.