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 2024  aprile 18 Giovedì calendario

I figli nascosti di Adamo ed Eva

Adamo ed Eva avevano diversi figli, giocando nella tundra erano sempre coperti di fango. Quando Dio venne in visita, Eva si vergognò e gli mostrò solo i due più puliti: Caino e Abele. Dio chiese se fossero solo quelli i suoi figli. Alla risposta affermativa della donna, esclamò: «Ciò che è nascosto resterà nascosto». Così nacque il popolo Sami, secondo la loro personale versione della Genesi. Da tale leggenda prende nome il bell’album di Valentina Tamborra: I nascosti. Attraverso una selezione di scatti inediti e il racconto dei suoi soggiorni nella tundra, la fotogiornalista fa scoprire la misconosciuta vita odierna dei nativi dell’estremo Nord dell’Europa.
Non esiste un censimento, ma le stime parlano di circa ottantamila persone divise fra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Tenacemente cercano di portare avanti il loro tradizionale stile di vita nomade che prevede l’allevamento delle renne e la pesca, osteggiate dallo sviluppo di strade, miniere, piattaforme estrattive, parchi eolici che interrompono i millenari tragitti della transumanza su una terra un tempo priva di confini: il Sápmi. Oltre che dall’assimilazione culturale e religiosa forzata di cui resta traccia persino nel nome da noi usato: «Lapponi» dallo svedese lapp, che sta per «toppa», pezzenti. Un’assimilazione in passato molto cruenta: oggi a testimoniare i roghi di Sami e di streghe c’è un’affilata struttura lignea sospesa nel vento gelido della costa di Vardø, lo Steilneset Memorial. Nel buio brilla di decine di lumini.
Languida e inafferrabile, la bellezza dell’Artico è fatta di sfumature: di grigi, di azzurri, di beiges, del verde e del rosa delle aurore. Sfumature di bianchi: quanto di più difficile da restituire in una foto. Eppure gli scatti di Tamborra hanno l’intensità di un chiaroscuro. Sorprendenti e di aspra bellezza quelli che raccontano il Nissetoget, processione mascherata che si tiene nella notte del 31 dicembre nella valle di Manndalen e che termina col rogo dei feticci per propiziare il bene. Commoventi quelli che ritraggono una quotidianità dura e libera, fatta di grandi spazi e oggetti consunti; e le battaglie per i propri diritti.
La disperata lotta dei nativi, in questo caso delle Ande, è raccontata in Cuore d’oro della scrittrice e giornalista Giulia Vola, che già in Fallisci e sei morto (Acquario, 2021) aveva trovato un modo inedito per narrare le trascurate vite degli ultimi. Cuore d’oro trasfigura narrativamente fatti realmente accaduti a Máxima Acuña Atalaya, campesina che, ormai sola, si batte contro una miniera d’oro che sta sventrando una montagna sacra, avvelenando i fiumi, i pascoli, la sua gente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Valentina Tamborra
I nascosti
minimum fax, pagg. 168, € 35
Giulia Vola
Cuore d’oro
Acquario, pagg. 120, € 15