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 2024  aprile 18 Giovedì calendario

Periscopio



    

Dei 170 droni iraqniani nessuno è entrato nello spazio aereo d’Israele, come nessuno dei 30 missili Cruise, ma dei 120 missili balistici ben 10 hanno bucato i cieli israeliani. Non hanno fatto un gran danno, ma recavano un messaggio che fa più rumore del botto: siamo a un passo dall’arma atomica e possiamo entrarvi in casa. Messaggio colmo di turbanti significati. Davide Giacalone, La Ragione.
Invitare Israele a non agire per legittima difesa è riprovevole. Dire che Israele ha avuto una «vittoria» semplicemente perché nessuno è morto incoraggia dittature belligeranti come l’Iran a colpire ancora. Mi piacerebbe sentire un politico americano chiedere moderazione se centinaia di missili e droni venissero puntati contro gli Stati Uniti. L’America dovrebbe sostenere Israele se decide di contrattaccare. John Bolton, X.

Fin dall’inizio il movimento storico dell’islam ha dovuto lottare con gli ebrei, perché sono stati loro che per primi hanno lanciato la propaganda antislamica e si sono impegnati in vari stratagemmi, e come potete vedere, questa attività continua fino ai giorni nostri. Ruhollah Khomeini, Il governo islamico (dal Foglio).
Nel 2015, la Guida suprema Ali Khamenei ordinò un video in cui si vedono soldati musulmani che guardano Gerusalemme e si preparano a conquistarla. La clip porta il titolo «Preparazione alla completa distruzione d’Israele da parte delle Guardie rivoluzionarie islamiche». Giulio Meotti, il Foglio.
I giovani in Iran stanno da diversi anni lanciando messaggi dirompenti in aperta contraddizione con la retorica antiamericana, antisraeliana e antioccidentale, imposta sin dalla loro nascita dal regime degli ayatollah. In Iran la nuova generazione non intende per nulla manifestare a sostegno di Gaza come invece vorrebbe il regime, perché sa che quella regione è dominata da Hamas. Ragazzi universitari e delle scuole medie, ora scrivono sui muri dei palazzi e gridano nelle strade: «Sepahi [pasdaran], basiji, Hamas, siete voi il nostro Isis» e ancora: «Sepahi, Basiji, Hamas, siete mostri». Mariano Giustino, HuffPost.

C’è da domandarsi come mai il governo Meloni non abbia ritenuto di essere presente nello schieramento occidentale, disponendo di uno dei più moderni striker in circolazione, l’Eurofighter di progettazione e produzione italo-tedesca-britannica. E la domanda si estende alla demenziale limitazione imposta alle nostre navi da guerra nel golfo di Aden, cui è consentito di abbattere i droni degli huthi, ma non di bombardare le basi da cui vengono lanciati. Un mistero dietro il quale c’è una evidente debolezza del governo di destra-centro, timoroso oltre il necessario di essere accusato di essere bellicista in un Paese che ha dimenticato il significato della parola difesa militare. Domenico Cacopardo, ItaliaOggi.
All’inizio del regime islamico, l’ayatollah Khomeini emise il decreto che rendeva obbligatorio il velo per le donne. Decine di migliaia di donne scesero nelle strade a protestare. Uno dei loro slogan principali era: «La libertà non è occidentale o orientale. La libertà è globale». Queste parole oggi sono valide per l’Iran, la Palestina, Israele, l’Ucraina, l’Afghanistan e ogni nazione del mondo. Nazir Afisi (Francesca Caferri, Repubblica).

Avevo cercato di dire: credo che l’arte sia un sogno a occhi aperti. E che l’immaginazione possa costruire un ponte tra sogni e realtà per permetterci di comprendere il reale osservandolo da prospettive inedite, attraverso la lente dell’irreale. No, non credo ai miracoli, però sì, i miei libri ci credono. Salman Rushdie, Coltello, Mondadori 2024.
Israele ha supporto nei cieli, non sulla carta. Volodymyr Zelensky.
Zelensky è geloso di Gerusalemme. La Veritasky.
Proprio coloro che sono più impegnati a contestare l’occupante israeliano, sono anche i più comprensivi delle ragioni dell’occupante russo. Antonio Polito, Corriere della Sera.
[Tbilisi]. Georgia, rissa in Parlamento mentre si discute il progetto di legge filorussa. Fuori, migliaia di bandiere Ue. repubblica.it
A Tbilisi ci si dà appuntamento davanti al Parlamento, si portano le bandiere della Georgia, dell’Unione europea e dell’Ucraina, si brandiscono come fossero scudi o lance, soprattutto si grida contro il palazzo in cui da giorni va avanti la discussione per approvare la «legge russa». Il dibattito in Parlamento è frenetico. Si discute e volano botte. Per strada, con puntualità e vigore, proseguono le liti che si trasformano in scontri tra i manifestanti e la polizia. Micol Flammini, il Foglio.

[Salvini?] Un grande comunicatore che ha successo perché dice le stesse cose che sente dire al bar. Umberto Smaila (citato da Antonio Pascale, il Foglio).
Quando aveva ventidue anni, nel 1983, Daniela Santanché partecipò come concorrente a Viva le donne, game-show condotto da Andrea Giordana e Amanda Lear. Cadde sulla domanda: «Cosa vuol dire misogino». Rispose: «Uno che ama le donne». Dagospia.
Il 45% dei container che gira in Ue è vuoto. Non riusciamo a fare un piano logistico che riesca a riempire i treni o le navi... meno male che ci sono gli Houthi... Ho fatto una battutaccia. Beppe Grillo (da HuffPost).
Beppe Grillo ha dovuto chiudere in fretta il suo intervento al convegno sul reddito universale organizzato dal Movimento 5 Stelle in una sala del Parlamento europeo, a Bruxelles, quando una parte della platea si è alzata per uscire, mentre il garante M5S stava parlando da una ventina di minuti. «Dove andate? Oh? Ferma, ferma...», ha reagito Grillo. Ansa.

[Un titolo sopra le foto affiancate di Mario Draghi e Beppe Grillo:] Quale dei due cambierà l’Europa? il Tempo.
Ma allora, codesto generale Roberto Vannacci? lanazione.it
[Qualche riflessione social dei fan del generale]. Marco Sudati: «L’antifascismo è una piaga della nostra Nazione». Mario Rossi: «Toccherà ancora a noi dare una ripulita a questo paese, che ne dite?» Francesco Nicolosi: «Vigliacchi di merda come i loro antenati partigiani. Viva il generale». Maurizio Di Cesare: «Sono fascista». Vincenzo D’Amico: «Io so’ fascista tout court!» Fabrizio Di Gleria: «Troppo permissivismo. Ci vuole un po’ di sana dittatura» (con annesso emoji della manina che negli ambienti sta per il saluto romano). Walter De Pieri: «Infami zecche rosse». Matteo Pucciarelli, Repubblica.
Agli italiani, più che il fascismo, piaceva [il generale] Mussolini. Roberto Gervaso