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 2024  marzo 28 Giovedì calendario

Biografia di Freya Madeleine Stark

«Invidio coloro che riusciranno a compiere il giro dei duecentocinquantamila stadi greci calcolati così bene da Eratostene, percorsi i quali ci si ritroverebbe al punto di partenza. Mi immaginavo nell’atto di prendere semplicemente la decisione di continuare a camminare davanti a me quel sogno mostruoso, che avrebbe fatto fremere i nostri avi, saggiamente confinati nella loro terra del Lazio, io l’ho fatto, e l’averlo avuto un solo istante mi rende diverso da essi per sempre». Così Marguerite Yourcenar fa dire all’imperatore Adriano nelle Memorie. E così avrebbero potuto dire moltissimi viaggiatori ed esploratori di tutti i tempi.
LA SEDUZIONE
Ma se le storie degli appassionati di viaggi sono affascinanti, quelle al femminile lo sono forse ancor di più. Perché di donne disposte a mettersi in marcia verso luoghi sconosciuti, in un passato ancora recente, ve n’erano davvero poche. Eppure, la seduzione infinita della scoperta ha fatto presa su tante esponenti del gentil sesso. Ci sono persino quelle che ne hanno fatto uno scopo di vita e un mestiere. Riecheggiano i nomi di Jeanne Baret, Alexandra David-Néel, Eliza Scidmore, Isabelle Eberhardt, Isabella Lucy Bird, Gertrude Bell, Annie Smith Peck, Amelia Earhart. Donne anticonformiste, indomite, senza paure né pregiudizi, disposte ad accettare ostacoli e scomodità per appagare il bisogno di vedere e di sapere. Donne il cui destino, il cui daimon è ancor oggi di esempio e di monito. Perché è accaduto che pagassero con la vita la volontà di “andare oltre”.
C’è un nome che si aggiunge di diritto agli altri. Quello di Freya Madeleine Stark, “l’ultima dei viaggiatori romantici”, la “nomade passionale”, esploratrice del Medio Oriente. Scrittrice, diplomatica, archeologa e cartografa inglese, nonché capofila del cosiddetto “travel writing”. Freya, che verrà insignita dell’onorificenza di Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico, nasce a Parigi il 31 gennaio 1893. I suoi genitori sono pittori oltre che cugini. La bambina, nata prematura e di salute cagionevole, passa molto tempo in Italia, dato che una nonna abita a Genova e il pittore Pen Browning, legato al padre, ad Asolo. Impara presto le lingue (arriverà a parlarne tredici), legge, si appassiona al libro Le mille e una Notte, donatole da una zia. A tredici anni è vittima di un tremendo incidente, perché in una fabbrica tessile che secondo alcune versioni appartiene al patrigno (i suoi si sono separati) le si impigliano i capelli nella ruota d’acciaio di una macchina. Si salva, ma perde parte del cuoio capelluto, un orecchio e una palpebra. Deve essere sottoposta a molte operazioni e restare a lungo a letto, dove legge e sogna l’Oriente.
GLI STUDI
Nel 1913 si iscrive al Bedford College di Londra e alla School of Oriental and African studies. Allo scoppio della I Guerra Mondiale torna in Italia e lavora come volontaria alla Croce Rossa. A quanto pare si innamora, ma il fidanzato la lascia prima di sposarsi. Allora si sposta a Sanremo e ricomincia le lezioni di arabo. Nel ’27 si imbarca su un mercantile diretto in Libano, noncurante del fatto che è stata appena operata di un’ulcera gastrica. Ammiratrice di Lawrence d’Arabia, segue con passione le sue avventure, che vorrebbe emulare. Va quindi a Damasco, ritrova l’amica Venetia Buddicom, vive in un quartiere molto trasgressivo. Con Venetia si mette in viaggio per il villaggio di Qanawatt, dove abita il più importante capo druso. Scriverà un primo articolo su Cornhill Magazine, firmandosi con il nome arabo di una delle Pleiadi.
Nel ’29 Freya si reca in Iraq, protettorato britannico. La colpisce soprattutto Baghdad, che molti secoli prima faceva parte del regno del califfo de Le Mille e una notte. Riparte poi a dorso d’asino verso la roccia di Alamut, il cui castello ospitava la famigerata setta degli Hashashin. Scrive (uscirà il libro Le valli degli assassini), scatta foto, ridisegna mappe. Oramai è famosa, ha toccato parti del deserto dell’Iran occidentale mai percorse dagli europei. Viene elogiata persino dalla Royal Geographical Society. Naviga sul mar Rosso, arriva nell’attuale Yemen, in quella che era considerata la città della regina di Saba. Redige altri libri – lascerà un’autobiografia in 4 volumi – altre carte geografiche per il governo inglese.
LE NOZZE
A 54 anni sposa Stewart Perowne, che fa lo storico e l’arabista. Il matrimonio, però, naufraga presto. Dopodiché lei torna a imbarcarsi, gira la Turchia e a 75 anni decide di recarsi in Afghanistan per vedere il minareto di Jam. In seguito discende l’Eufrate ed è novantenne quando attraversa il deserto di Aleppo. Già nel 41 aveva ereditato una villa ad Asolo, “Villa Freya”, luogo che ama e dove passa lunghi periodi per riprendersi dalle fatiche. Ed è lì che muore, centenaria, nel ’93. Il Museo Civico della città le dedicherà una sezione permanente. Emblema di libertà ed emancipazione, Freya aveva detto: «Importante è conoscere e per conoscere bisogna andare nei luoghi, incontrare la gente Se mi si chiedesse di elencare i piaceri del viaggio, direi che uno dei più importanti è che così spesso vi si incontra il meglio della natura umana».