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 2023  novembre 21 Martedì calendario

Le due donne di Milei

C’è un episodio della vita di Javier Milei che può forse spiegare la sua scelta di accompagnarsi a due figure femminili chiave: la sorella Karina e la futura vicepresidente Victoria Villaruel. È stato lui stesso nel 2019 a ricordare la vicenda. È il 2 Aprile 1982 e la televisione mostra le immagini della guerra delle Malvine. Milei, 11 anni, osa commentare: “Che assurdità, non finirà bene per l’Argentina”. Il padre Norberto, un autista di autobus, si sente ferito nel suo patriottismo e lo rincorre in cucina dove lo picchia selvaggiamente. La sorella Karina, 9 anni, sconvolta dalla scena, sviene e deve essere portata in ospedale. La madre Alicia incolpa “Javi”: “Se tua sorella muore è colpa tua”.
Ieri sera a Buenos Aires va in scena il riscatto. Karina Milei detta “el jefe”, il capo, sale sul palco dell’hotel Libertador e per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale parla. Annuncia il discorso del presidente eletto. Milei appare e i due si fondono in un abbraccio. I “progenitori” ripudiati da entrambi sono tra il pubblico che li vede dal vivo per la prima volta: Norberto – alto, magrissimo, occhiali minuscoli e sguardo perso nel vuoto – e Alicia – con il volto sfigurato dalla chirurgia estetica.
Milei riassume il suo rapporto con la sorella così: “Mosè era un grande leader ma non un buon divulgatore, allora Dio gli mandò Aronne per diffondere il suo messaggio. Ecco, Kari è Mosè, io sono quello che divulga”.
Ancora non si sa che ruolo avrà Karina, a parte quello anticipato di “first lady”, ma nessuno dubita che lo avrà e sarà onnipresente. “È l’unica in grado di calmarlo nei momenti di rabbia”, indica una fonte della formazione politica.
Karina ha studiato pubbliche relazioni. Per un periodo ha venduto torte su internet. È esperta di tarocchi e di astrologia e si dice che li usi anche come strumento per la sua attività politica. Cura il look di Javier. La pettinatura alla Mick Jagger si deve a lei, così come l’organizzazione di eventi politici che assomigliano a concerti rock. Da quando era bambina, è stata la groupie di Milei.
“Nel 2017, quando muore il suo cane Conan, Milei attraversa un periodo cupo”, spiega a Repubblica Juan Luis González, autore di una biografia non autorizzata di Milei, “Karina impara da Celia Melamed a svolgere il ruolo di medium, per permettere a Milei di comunicare in prima istanza con Conan”. E successivamente con altre persone dell’aldilà e in ultima istanza con Dio che gli affiderà la missione di guidare il Paese.
Al trauma delle Malvine si può probabilmente collegare anche l’ossequio maturato negli anni da Javier Milei verso i militari, in particolare quelli della dittatura. Un’ammirazione che lo spinge a sposare posizioni negazioniste e a scegliere come vicepresidente Victoria Villaruel, un avvocato 46enne che sta per diventare la prima figlia di militari complici di Videla a ricoprire un ruolo di governo. Villaruel è parte di un movimento che nega, senza alcuna vergogna, l’esistenza di crimini di Stato durante la dittatura militare. La formula usata è questa: “In quegli anni c’è stata una guerra ed entrambe le parti hanno commesso eccessi”. E alza il tiro: chiede che le vittime del terrorismo di sinistra siano paragonate a quelle della dittatura. Una distorsione storica, respinta dal mondo accademico.
Villaruel è scesa in piazza per chiedere la libertà dei genocidi condannati per crimini di lesa umanità e che stanno scontando l’ergastolo in carcere. Mantiene una relazione epistolare che la stampa argentina definisce “intima” con il genocida Alberto González Menotti, condannato all’ergastolo e ricordato per le sevizie sadomasochiste sulle detenute. È anche scesa in piazza più volte per disturbare manifestazioni pacifiche delle Abuelas de Plaza de Mayo, la storica organizzazione a cui minaccia di sottrarre i finanziamenti pubblici. Così come minaccia di trasformare la Escuela de Mecánica de la Armada (la Esma, un antico centro di tortura convertito a luogo di memoria) in un parco divertimenti: ma questo sarà più difficile, perché circa un mese fa il sito è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
È molto attiva su X, una piattaforma che usa per incitare alla violenza. “Bullizzare e bastonare i sinistrorsi è il mio sport preferito, jajajajaja”, è solo un esempio dei messaggi che posta. Non sono toni rassicuranti per una persona che con ogni probabilità finirà a guidare un superministero mai esistito prima e che unisce la Difesa e la Sicurezza. Quando questo progetto si avvererà, le chiavi della repressione del dissenso saranno nelle sue mani.