Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  settembre 26 Martedì calendario

Dieci anni sanza Zuzzurro

«Ho ancora il suo numero nel mio cellulare». Eppure sono passati 10 anni. Il 24 ottobre 2013 moriva Andrea Brambilla (in arte Zuzzurro), un dolore ancora vivo per il suo partner artistico Nino Formicola (in arte Gaspare).
Nino, un ricordo impresso nella sua memoria?
«Avremmo dovuto andare in scena con lo spettacolo “Non c’è più il futuro di una volta”. Era ottobre 2013 e io andavo tutti i giorni all’Istituto dei Tumori a trovare Andrea. In giro per strada vedevo i manifesti con noi due, che pubblicizzavano il nostro cabaret. Era un dolore immenso. La sera prima che lui morisse, mentre mangiava il polpettone che gli avevo portato io in ospedale, facevamo progetti su cosa fare l’anno seguente. Lì ho capito che lui sapeva che si stava avvicinando la fine, ma voleva lottare fino all’ultimo».
Quarant’anni di condivisione artistica e umana, sono un mondo. È così Nino?
«Anche dopo la sua morte, ogni volta che mi veniva in mente qualche progetto di lavoro, pensavo immediatamente “Devo dirlo ad Andrea”. Noi siamo stati l’unica coppia che funzionava anche con i nomi scambiati: Zuzzurro e Gaspare oppure Gaspare e Zuzzurro. È uguale. Nessuno penserebbe mai di dire Ollio e Stanlio».
Un lutto umano e artistico
«Sì, un dramma. Mi sono trovato a 60 anni a cominciare una vita da solista. Non sapevo da che parte girarmi».
L’ultimo spettacolo insieme?
«”Tutto Shakespeare in 90 minuti”. L’ultima replica l’ho registrata, non so perché. Non l’ho mai voluta rivedere. Nessuna tv si è mai mostrata interessata, peccato. È uno show ancora attuale e c’è tutta la nostra comicità. Chissà magari la metterò su qualche piattaforma per farla vedere al pubblico».
Insieme avevate realizzato «La cena dei cretini» di Francis Veber. Lei poi lo ha riproposto con Max Pisu.
«Sì, ancora adesso siamo in scena al Teatro Leonardo di Milano fino al 22 ottobre. Un’edizione è dedicata a lui».
Nello spettacolo «Non c’è più il futuro di una volta», la canzone finale diceva che voi non avreste mai partecipato a un reality show. Poi invece lei è andato all’«Isola dei famosi».
«Vero. Fu proposta anni prima a me e Andrea, ma rifiutammo. Poi quando sono rimasto solo ho accettato. Perchè? Perchè sembrava che io fossi morto senza Andrea. A un certo punto dovevo dire al mondo: “Signori io sono ancora qui. Sono solo, non sono Bonolis o Gerry Scotti, devo pagare le bollette. Certo ero imbarazzato ad accettare dopo tutto quello che avevo detto, ma alla fine è stato giusto così. E ho pure vinto».
Il 2023 un anno ricco di anniversari per lei: 50 anni di carriera
«Nel ‘73 ho cominciato a fare cabaret, poi ho conosciuto Andrea e nel ‘78 a “Non stop” c’è stato il vero debutto di Zuzzurro e Gaspare».
In tv tutto iniziò ad Antenna 3
«Ci chiamarono a fare gli autori di Boldi e Teocoli. Poi Berlusconi ci offrì un contratto in esclusiva. Lavorammo a “Drive in”, dietro le quinte e poi sul palco, grazie ad Antonio Ricci».
Il 12 giugno ha compiuto 70 anni.
«È il giorno in cui è morto Berlusconi, quindi non mi ha filato nessuno. Non ho fatto grandi feste, ma sono soddisfatto. Ci avrei messo la firma ad arrivare così a 70 anni. Mi comporto come quando ne avevo 35».
Però una calmata se l’è data da quando nel 2009 è entrata nella sua vita Alessandra
«È vero. Sono sempre stato single ed ero un po’ birichino. Ora con mia moglie è tutto diverso: mi ha aiutato a tenere i piedi per terra. Sono proprio cambiato: vado a letto presto e mi sveglio presto».