Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  giugno 05 Lunedì calendario

Biografia di Lily Rose Depp

Con una delle battute che lanciano l’attesissima serie The Idol, la protagonista Lily Rose Depp deve aver fatto i conti fin da quando era bambina: «Tu non sei un essere umano, sei una star». Molto prima di diventare una stella, la piccola Lily Rose, figlia di Johnny Depp e di Vanessa Paradis, ha dovuto conoscere, attraverso le esperienze dei genitori, il prezzo della celebrità, la pressione snervante dei media, il pericolo di perdersi sempre in agguato. Per questo nella serie, appena battezzata al Festival di Cannes con il massimo clamore mondiale (da oggi su Sky e Now), l’attrice 23enne ha riversato qualcosa di quell’inevitabile malessere esistenziale, di quel fastidio nel dover ancora rispondere a chi continua ad annoverarla nel lungo elenco dei cosiddetti «nepo baby», di quel sapere cosa significhi essere sulla cresta dell’onda e poi, in un attimo, non esserci più. Con il suo personaggio, la popstar Jocelyn decisa a riemergere dal cono d’ombra che l’ha inghiottita dopo la depressione causata dalla morte della madre, Depp non ha nulla a che vedere, ma con la cornice e con tutto quello che riguarda i guasti provocati dalla fama, sicuramente ha una certa familiarità: «Mi interessava - ha spiegato l’attrice - cercare di capire che cosa succede nella testa di Jocelyn, una persona che è osservata, ma non vista, da tutti quelli che le stanno intorno. Volevo indagare sugli effetti che può provocare una vita vissuta sotto il controllo degli altri, fin nei più intimi spazi personali». Il padre ne sa qualcosa, e Lily Rose, che non ha mai smesso di decantarne le lodi e di offrirgli il suo appoggio nei momenti difficili, prova a saldare il conto con i media proprio interpretando The Idol: «Volevamo capire cosa succede sotto la superficie».
Nella serie, firmata dal lanciatissimo creatore di Euphoria Sam Levinson, Jocelyn precipita in un inferno di eccessi al limite dell’autodistruzione e, quando trova nella figura di Tedros (Abel "The Weeknd" Tesfaye, qui anche produttore) il suo Mefistofele, non ha esitazioni, vende l’anima e il corpo, e si lancia nel baratro: «Jocelyn è una grandissima performer - dice ancora Depp -, non solo quando lavora, ma anche quando sceglie il look e il modo di entrare in relazione con gli altri. In lei tutto è finalizzato alla comunicazione, anche attraverso la nudità».
La spiegazione non è casuale, sia perché dal set di The Idol, molto prima del lancio, erano trapelate voci riguardanti le tante scene torride della storia, sia perché quelle scene sono la cifra distintiva dell’impresa, un marchio di fabbrica che spiana la strada verso il successo: «Non mi sono mai sentita così coinvolta in un ruolo come in questo caso - sottolinea la protagonista -, è stato un privilegio costruire il mio personaggio partendo dall’esterno per arrivare alla sua interiorità. La nudità fisica ne rispecchia quella emotiva». E poi, in replica a chi aveva parlato di «set disfunzionale», Depp puntualizza: «Tutte illazioni che non rispecchiano la mia esperienza durante la lavorazione». D’altra parte è proprio Sam Levinson a polemizzare, furbescamente, con i costumi sociali di cui The Idol è lo specchio: «Viviamo - ha dichiarato a Cannes - in un mondo ipersessualizzato, specie in America. L’influenza della pornografia sui giovani è veramente forte, si vede sul web, sui social, negli atteggiamenti, nel modo di vestire».
Davanti a un tale battage pubblicitario, i paralleli con le popstar della realtà che ricordano Jocelyn, in testa Britney Spears, scoloriscono, così come le anticipazioni sulle sequenze più osé, lei che si masturba con i cubetti di ghiaccio, lei che finisce vittima di revenge porn dopo la diffusione di un’immagine in cui appare con il volto invaso da sperma, lei, che per lanciare la nuova canzone, gira un video ai limiti del porno, lei che acconsente a richieste sessuali estreme, ormai soggiogata da Tedros. L’importante è la sfida, la tecnica con cui il prodotto, patinato e accattivante, è stato confezionato: «Volevamo raccontare una fiaba oscura e contorta sull’industria musicale - ha spiegato The Weeknd - e su tutto quello che so di quel mondo. Ci siamo chiesti, con Sam, se fossimo in grado di costruire un personaggio in cerca di se stesso e se, per farlo, avremmo potuto utilizzare le nostre esperienze e quelle di Lily, in modo da creare qualcosa di speciale, audace, eccitante».