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 2023  marzo 20 Lunedì calendario

Come rimuovere Putin

Un capo di Stato ricercato non è certamente l’ideale per un Paese, anche per la Russia che ufficialmente è sempre più stretta attorno al Grande Leader. Ed è chiaro che l’attuale situazione rende difficilissimo avviare qualsiasi tentativo di mediazione e di apertura delle trattative per porre fine al conflitto. Nessuno dovrebbe in teoria dichiararsi disposto a sedersi con il «ricercato» per negoziare. Ma se non si tratta con Putin, con chi si discute?
Certo, la situazione sarebbe diversa se a guidare la Russia non ci fosse più Vladimir Vladimirovich. Ma è possibile?
1 Quale sarebbe la via più semplice per arrivare a un cambio al vertice?
La Costituzione prevede la possibilità che il presidente venga messo in stato di accusa per alto tradimento o altre gravi colpe. La procedura non è semplicissima e richiede la maggioranza qualificata in entrambi i rami del Parlamento. L’impeachment fu tentato tre volte contro il predecessore di Putin, Boris Eltsin. Ma allora il Parlamento era in mano all’opposizione, formata innanzitutto dal partito comunista. Putin, a differenza di Eltsin, controlla comodamente tanto la Duma che il Consiglio della Federazione.
2 Il presidente potrebbe essere destituito dagli uomini che gestiscono i gangli del potere russo?
Un colpo di Stato è in teoria possibile. Ma chi dovrebbe attuarlo? Nel 1991 i capi dei Servizi e dei ministeri “di forza” (quelli che dispongono di uomini armati) cercarono di rovesciare Gorbaciov. I protagonisti del pronunciamento erano tutti avversari dell’allora presidente sovietico, vecchi membri conservatori dell’apparato comunista. E fallirono. Oggi la situazione appare ben diversa. Il potere è controllato da personaggi legatissimi a Putin. Alla vicepresidenza del Consiglio di sicurezza c’è il fido Medvedev. Capo del servizio segreto interno (Fsb) è Bortnikov, collega di Putin al Kgb di Leningrado. Il servizio segreto estero Svr è guidato da Narishkin, anche lui ex Kgb di Leningrado. L’Interno è affidato a Vladimir Kolokoltsev che ha dimostrato la sua fedeltà alla guida della polizia di Mosca. Alla Difesa c’è un altro dei suoi, Shojgu. Poi Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza, che pure proviene dal Kgb di Leningrado. Tutti allineati e coperti, dunque. Ma in caso di svolte drammatiche sul piano economico e militare, alcuni potrebbero voltare le spalle al leader.
Lo scenario
L’opposizione è allo sbando o è scappata Le manifestazioni di massa impossibili
3 È ipotizzabile un rovesciamento del regime con azioni dell’opposizione e con dimostrazioni di piazza?
Al momento questa è un’ipotesi del tutto irrealistica. Il presidente gode ancora del sostegno della popolazione. L’opposizione è allo sbando o è scappata all’estero. Le leggi ferree varate in questi anni rendono impossibili massicce manifestazioni.
4 Gli oligarchi potrebbero organizzare un cambio di regime?
Anche questa via al momento sembra lontanissima. Ai tempi di Eltsin avevano una fortissima influenza. Ma al suo arrivo, nel Duemila, Putin li mise in riga. Oggi chi era contro di lui è emigrato o tenta di farsi notare il meno possibile. Quelli che contano veramente sono tutti legati a doppio filo al Capo. Vengono da Leningrado; erano vicini di dacia, amici d’infanzia o compagni di judo. I Kovalchuk, i Rotenberg, Timchenko, eccetera. Poi ci sono i boiardi di Stato, come il presidente di Gazprom Aleksej Miller e quello di Rosneft Igor Sechin. Tutti questi senza Putin sarebbero finiti.