Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  febbraio 04 Sabato calendario

Intervista a Federica Brignone

«Sono troppo contenta, mi sembrerà di gareggiare quasi in casa». Lunedì cominciano i Mondiali di sci in Francia, a Courchevel e Meribel. Federica Brignone è di ottimo umore, l’Italia conta soprattutto sulle ragazze per tornare a casa con medaglie preziose. Va migliorato il bilancio (magro) di Cortina 2021: un oro di Marta Bassino, e un argento maschile da De Aliprandini.
Come va la preparazione?
«Bene, sono a casa. Nella mia Valle d’Aosta. Abbiamo organizzato tutto qui: ho fatto due giorni di slalom per poi passare al superG».
Niente ritiro di gruppo, perché?
«Perché i Mondiali sono dietro l’angolo e avevo proprio bisogno di stare a casa, con i miei amici e con i miei affetti. Di ricaricarmi mentalmente. Se non ci fossero state qui le condizioni per allenarmi sarei andata in Trentino con la Nazionale. Ma più vado avanti con la carriera e più sento l’esigenza di passare periodi a casa dopo essere stata sempre in giro».
Le fa bene l’aria di casa?
«Sì, meno viaggi e meno stress. E poi tante altre atlete straniere in questi giorni si stanno preparando in Val d’Aosta».
A Meribel ha già vinto: l’anno scorso il gigante di Coppa del Mondo.
«Sì, era l’ultimo gigante della scorsa stagione, è una pista che mi piace proprio. E poi questi saranno Mondiali diversi, sto vivendo l’attesa in maniera diversa da quelli prima».
Perché?
«Ripeto: essere vicino a casa mi aiuta. Nel 2019 eravamo ad Aare in Svezia, nel 2021 a Cortina: in casa, ma c’era il Covid ed era surreale. Meribel è una delle mie località preferite, la pista è esposta al sole e io sto sciando molto bene sui “grani grossi”, sulla neve un po’ primaverile».
Ritrova la combinata, sparita dalla Coppa del Mondo ma presente ai Mondiali e ai Giochi invernali. L’anno scorso a Pechino ha vinto il bronzo. È un’altra chance?
«È tosta e le concorrenti sono tante. Dovrò fare bene sia nel superG che nello slalom. Contro chi è forte in entrambe le discipline: Shiffrin, Vlhova, Gut-Behrami, Gisin».
Bisogna sperare che Mikaela Shiffrin tiri un po’ il freno.
«Non mi piace ragionare così. Mikaela è in uno stato di forma strepitosa: tocca a me batterla mettendo in campo le mie migliori manche di superG e slalom. Sto sciando bene, mi sento bene».
Quindi?
«Voglio tornare a casa con almeno una medaglia. È il mio sesto Mondiale e ne ho vinta solo una: l’argento a Garmisch 2011, era il primo».
E se non dovesse succedere?
«Pazienza. Non rovinerebbe la mia carriera. Affronto questa manifestazione con la sicurezza di poter fare ciò che voglio. Quindi spingere al massimo per la medaglia».
A Pechino 2022, in una Olimpiade blindata per Covid dove diverse big hanno fallito, lei ha dato il meglio con due medaglie. A distanza di dodici mesi come la rivive?
«A me quei Giochi sono piaciuti: ci sono arrivata in buona forma e ho reso. Ai Mondiali di Cortina non c’ero di testa, ad Aare ero in condizioni fisiche non buone. A St. Moritz ho corso il gigante malata e comunque sono arrivata vicina al podio. A Pechino invece l’avvicinamento è stato molto tranquillo e sono riuscita a esprimermi al meglio».

Qualche settimana fa a Cortina diceva di volere smettere. Per fortuna poi ci ripensa sempre...
«Alt. Mai detto di voler smettere. Ho detto: “Non so se mi vedrete l’anno prossimo”. Ma è normale che faccia così dopo 14 anni di Coppa del Mondo, ragiono di stagione in stagione».
Prima parlava di una nuova sicurezza, da dove deriva?
«Sto sciando bene, sento la fiducia. So dove sono in questo momento».
A livello personale si sente più tranquilla in questa fase della carriera?
«No, più vado avanti e più è difficile. Era più semplice quando ero una ragazzina. Scendevo e ci provavo, non c’erano aspettative. Ora appena metto fuori i bastoncini dal cancelletto so che cosa mi gioco e che cosa no. Ma ho fatto una gran carriera, potrei smettere domani e sarei comunque felice. Se sono ancora qua, però, è perché sono motivata a ottenere risultati».
Le piacerebbe chiudere a Milano-Cortina nel 2026?
«Ora non è assolutamente nella mia testa: penso a questi Mondiali e alle ultime gare della stagione. Poi si vedrà. A Milano-Cortina di certo ci sarò, non so in che veste».
Ha già in mente che cosa farà quando avrà smesso di sciare?
«Prendermi una specie di anno sabbatico, per viaggiare».
È possibile diventare amica di chi sfida in pista?
«Certo! Ilka Stuhec l’altro giorno era a cena da me. Poi ho portato le canadesi Michèle Gagnon e Valerie Grenier in escursione sulle mie montagne, con le pelli».
Con Sofia Goggia come vanno i rapporti?
«Sempre uguale. La nostra rivalità è sempre stata piuttosto mediatica».
Perché mediatica?
«Perché tira molto. Che poi che rivalità sarebbe? Io faccio le mie cose, lei fa le sue: siamo entrambe grandi campionesse. Non c’è molto altro da aggiungere».
Rapporti uguali a prima che vuol dire?
«Rapporti di lavoro».