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 2022  dicembre 08 Giovedì calendario

La storia secondo Voltaire

“Ogni certezza che non sia matematicamente dimostrata è solo un’estrema probabilità: in storia non v’è altra certezza”. Così Voltaire (1694-1778), al secolo François-Marie Arouet, afferma nel Dizionario filosofico alla voce “Sulla certezza della storia”. Basterebbe già solo questo pensiero, epifania dell’Illuminismo, per rendere attuali il Voltaire storico e i suoi scritti in materia. Soprattutto in un’epoca come la nostra, “in cui supponenti maîtres à penser tendono a proporci, specie dai media più invasivi, certezze storiche”. L’osservazione di Roberto Finzi, insigne studioso morto nel 2020, fa parte dell’introduzione al volume delle Opere storiche di Voltaire curato da Domenico Felice e appena pubblicato da Bompiani (pagg. 3200, euro 90), nella collana “Il pensiero occidentale”. Frutto di un lungo lavoro che ha accomunato diversi studiosi (Riccardo Campi, Luigi Delia, Domenico Felice, Simòn Gallegos Gabilondo, Claudio Tugnoli e Piero Venturelli), il libro è la monumentale raccolta di alcune tra le opere più rilevanti di Voltaire, tra cui il celeberrimo Il secolo di Luigi XIV, la Storia di Carlo XII re di Svezia e la Storia dell’Impero russo sotto Pietro il Grande, con traduzioni in italiano e testi francesi a fronte.
Ma offre anche ai lettori e alle lettrici di casa nostra la prima versione italiana degli Annali dell’Impero dal regno di Carlo Magno, e propone il Compendio del secolo di Luigi XV, che viene tradotto dal francese soltanto nel 1783 a Siena. Per l’autore del Trattato sulla tolleranza, la storia era il motore, del processo di incivilimento dell’umanità. Annota nelle Osservazioni sulla storia, del 1742: “Non la smetteranno mai di ingannarci a proposito dell’avvenire, del presente e del passato? L’uomo deve proprio essere votato all’errore, se in questo secolo illuminato c’è chi trova tanto divertente dispensarci le favole di Erodoto, e altre favole ancora che Erodoto non avrebbe mai osato raccontare nemmeno ai Greci”.
Aggiunge: “Ciò che solitamente manca a coloro che compilano la storia è lo spirito filosofico: la maggior parte, invece di discutere di fatti con degli uomini, racconta favole a dei bambini”. Viviamo in anni in cui si cerca di cancellare la storia, la si falsifica o la si inventa, propinando false certezze. Voltaire scriveva laicamente di una necessità di storia per essere cittadini del proprio tempo. Una “storia che bisogna che tutti conoscano. In questa non si trovano né predizioni chimeriche, né oracoli mendaci, né falsi miracoli, né favole insensate: in essa, tutto è vero, tranne gl’infimi dettagli, dei quali soltanto gli spiriti meschini si preoccupano”. E “tutto”, prosegue, “ci riguarda, tutto viene fatto per noi; l’argento su cui consumiamo i nostri pasti, i nostri mobili, i nostri nuovi piaceri”. Anticipando di oltre due secoli la globalizzazione virtuosa, umanistica, degli esseri umani, dice: “Noi non possiamo fare un passo senza accorgerci del cambiamento che da allora si è prodotto nel mondo”.