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 2022  dicembre 04 Domenica calendario

Il bombardiere invisibile

Il primo bombardiere nucleare progettato dopo la fine della Guerra Fredda viene completato mentre il mondo torna a vivere un conflitto su larga scala. Dagli anni Ottanta, nessun Paese aveva più sentito il bisogno di queste armi. Poi l’America ha visto sorgere un nuovo nemico, in grado di sfidarla su tutti i fronti: la Cina. La risposta è stata quella di puntare tutto sulla tecnologia. Così ieri con un vero show californiano è stato presentato il B-21: un’ala volante, con un look fantascientifico che ricorda il suo costosissimo predecessore B-2. A parte questo, non se ne sa quasi nulla: è la macchina più segreta del pianeta, tanto tutelata da imporre a giornalisti e politici invitati alla premiere di consegnare i telefonini. Il B-21 è nato per essere invisibile ai radar. Passivamente, ossia scomparendo dagli schermi, e pure in modalità “attiva”, inviando impulsi per sembrare un oggetto diverso. «Anche i più sofisticati sistemi di difesa aerea faticheranno a scoprirlo nel cielo», ha detto il capo del Pentagono Llyod Austin: «É imponente, ma quello che c’è all’interno, sotto il profilo da era spaziale, è ancora più impressionante». Non si conosce neppure quanti motori abbia e di che tipo: durante l’esibizione la parte posteriore del velivolo è stata tenuta nascosta, per celare la struttura concepita in maniera da ridurre al massimo il calore. L’intero programma è stato impostato con “un’architettura aperta”, per potere aggiornare nel corso del tempo i sistemi di bordo: «É destinato a impiegare armamenti che oggi non sono ancora stati inventati», ha sottolineato Austin. Come per tutta la nuova generazione di aerei stealth, non ci sono prototipi: funzionamento e prestazioni sono stati simulati dall’intelligenza artificiale e quello mostrato ieri è il primo esemplare operativo, che volerà tra sei mesi. Nello stesso impianto della Northrop Grumman altri quattro sono in costruzione. Gli Stati Uniti contano di comprarne almeno cento, pagandoli 692 milioni di dollari l’uno: molti però credono che la spesa sarà molto più alta. Del suo predecessore B-2Spirit, impiegato soltanto nella campagna sul Kosovo, ne vennero realizzati appena ventuno, con un costo mostruoso superiore a due miliardi per aereo. Il B-21 si chiamerà Raider, un nome scelto per rimarcare la vocazione a imporsi nello scacchiere del Pacifico: è un tributo al raid contro Tokyo del 18 aprile 1942, quando un pugno di bimotore decollati da una portaerei e comandati dal colonnello Doolittle colpirono la capitale nipponica, vendicando Pearl Harbour. Vuole testimoniare così la capacità di riscatto americana contro qualsiasi sfida, inviando un altro messaggio a Pechino. Nonostante stiano mettendo in linea due caccia stealth, i cinesi non hanno nulla di simile: i loro goffi bombardieri sono derivati da quelli sovietici degli anni Sessanta. Finora infatti la Repubblica Popolare non ha investito sugli aerei d’attacco nucleare, limitandosi a costruire missili intercontinentali; adesso però con la crescita dell’arsenale atomico che punta ad avere 1500 testate nel prossimo decennio – gli analisti ritengono che le cose cambieranno. L’aviazione di Putin invece ha rimesso di recente in produzione il Tupolev 160, entrato in servizio nel 1987. Il Pentagono d’altronde continua ad affidarsi ai B-52, quelli del Dottor Stranamore di Stanley Kubrik, in azione dal 1955 e che dall’inizio della crisi ucraina sono tornati a sfrecciare nei cieli d’Europa. Rispetto a queste macchine, il B-21 sarà una rivoluzione: potrà avere a bordo due piloti oppure venire telecomandato, comportandosi come un drone che vola sul pianeta con un carico di ordigni nucleari. In pratica, il primo robot in grado di scatenare l’Apocalisse, senza che ci siano esseri umani a sganciare la bomba. L’unica certezza è che il raggio d’azione sarà enorme, per potere colpire la Cina decollando dagli States: il Pentagono ritiene che le poche basi in terra d’Asia siano troppo esposte. Valutazioni strategiche che ci mettono di fronte a una terribile realtà: l’era della pace globale è tramontata.