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 2022  settembre 22 Giovedì calendario

Trump e figli accusati di frode

Dopo un’indagine durata tre anni, la procuratrice generale di New York ha fatto causa a Donald Trump e ai suoi figli con l’accusa di frode. «Hanno sopravvalutato, per miliardi di dollari, il valore del patrimonio della Trump Organization». La replica: «Contro di me una persecuzione».
NEW YORK «Non era art of the deal ma art of the steal». Cioè non l’arte di fare affari, il titolo del famoso libro di Donald Trump, ma l’arte del furto. Così la procuratrice generale di New York Letitia James ha liquidato il modo in cui per decenni l’ex presidente repubblicano ha svolto la sua attività immobiliare, annunciando l’incriminazione sua, dei suoi figli e di alcuni dei suoi più stretti collaboratori in una causa civile per frode. La truffa nei confronti dello Stato di New York, di banche e assicurazioni sarebbe basata sulla sistematica sopravvalutazione, per miliardi di dollari, del valore del patrimonio della Trump Organization.
Ne sarebbero derivati danni per centinaia di milioni: l’ attorney general nella sua denuncia che ora verrà sottoposta al giudizio dei tribunali, chiede che Trump versi allo Stato di New York almeno 250 milioni di dollari, ma aggiunge che, nel corso delle indagini, durate tre anni, i magistrati hanno individuato anche possibili reati penali federali. James ha parlato di schema criminale ai danni dell’Irs, il Fisco Usa: un invito al ministero della Giustizia a scendere in campo contro Trump anche sul fronte finanziario. Se l’iniziativa giudiziaria avrà successo, le conseguenze per la famiglia Trump saranno molto gravi: divieto perenne per The Donald e tre dei suoi figli, Ivanka, Eric e Trump Jr, di ricoprire cariche in società dello Stato di New York, mentre alle società menzionate nella denuncia verrebbe proibito di svolgere attività economica nello Stato.
Richieste pesantissime, come si vede. Trump ormai vive in Florida e anche i suoi figli potrebbero portare il centro dei loro interessi lontano da New York, ma è qui che la famiglia ha il grosso delle sue attività: palazzi, alberghi, campi da golf. Il loro congelamento sarebbe grave per i Trump ma creerebbe anche problemi economici alla città: basti pensare a quanto gente lavora nell’impero immobiliare dell’ex presidente. Che, dopo essersi rifiutato di testimoniare più volte nel corso delle indagini e aver tentato più volte di bloccare il procedimento contro di lui, ieri ha attaccato James sul suo social Truth: «È l’ennesima caccia alle streghe da parte di una procuratrice generale razzista, che ha fallito nella corsa alla carica di governatore. È una truffatrice che ha condotto una campagna incentrata su “Acchiappa Trump” nonostante la città sia per colpa sua un disastro mondiale per criminalità e omicidi».
In America il capo della procura, pur avendo un ruolo giudiziario, viene eletto dal popolo: la carica ha, quindi, inevitabilmente anche una connotazione politica. James, una democratica afroamericana che in passato non ha risparmiato attacchi a Trump, è nota per le sue offensive clamorose, una delle quali ha portato alle dimissioni del governatore Andrew Cuomo, anche lui democratico. Consapevole delle critiche che le pioveranno addosso, l’ attorney general ha messo le mani avanti: «Niente caccia alle streghe: abbiamo indagato per oltre tre anni, abbiamo individuato almeno 200 casi di abuso e frode. Non possono essere errori: ad esempio Donald Trump ha dichiarato, per la sua penthouse in cima alla Trump Tower una superficie tripla rispetto a quella reale e un valore, 327 milioni di dollari nel 2015, mai raggiunto e nemmeno avvicinato da alcuna unità immobiliare venduta in tutta la storia di New York». I valori gonfiati servivano a ottenere prestiti agevolati e sconti fiscali.
James ha aggiunto che tutti gli 11 bilanci esaminati dai suoi magistrati, dal 2011 al 2021, sono pieni di irregolarità e, sempre nel tentativo di sciogliere i sospetti di un’offensiva giudiziaria dal sapore politico lanciata alla vigilia delle elezioni di mid term, la procuratrice ha ricordato che l’indagine è partita solo dopo che Michael Cohen, ex avvocato personale di Trump, aveva testimoniato davanti al Congresso rivelando per la prima volta i reati dell’allora presidente, ora confermati dall’inchiesta di New York.