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 2022  settembre 20 Martedì calendario

Un superphone per analfabeti

Visualizzavano i messaggi. Ma non erano in grado di leggerli. A causa dell’analfabetismo non potevano rispondere, non riuscivano a comunicare. In Costa d’Avorio il 40% delle persone, per lo più anziane, è privo di istruzione. Non sa leggere. Non sa scrivere. E non può interagire tramite sms o WhatsApp. L’imprenditore Alain Capo-Chichi, originario del Benin, ha avuto un’idea. L’ha chiamata Superphone. Ed è il primo cellulare per gli analfabeti.






«Ho dato a mio padre il suo primo telefono 15 anni fa», ha raccontato Capo-Chichi, che guida la società Cerco. «Era molto felice, ma anche molto imbarazzato, perché ogni volta doveva chiedere a qualcuno di aiutarlo a comporre un numero o a leggere un messaggio». Ora, con 60 mila Fcfa, circa 90 euro, anche chi non sa leggere e scrivere potrà utilizzare agevolmente lo smartphone.


Grazie a Superphone le operazioni della vita quotidiana come la consultazione del saldo del conto corrente, la comprensione di un documento o il poter interagire con le amministrazioni, sono rese possibili semplicemente attivando l’assistente vocale Koné integrato nel dispositivo. Dotato di un sistema operativo unico per l’azienda, lo smartphone integra già 17 lingue ivoriane, come baoulé, bété o dioula, e altre 50 lingue del continente africano, oltre al francese.




Il telefono di Cerco può rispondere alla «frustrazione incontrata dagli utenti analfabeti con l’attuale offerta tecnologica, costretti a saper leggere per utilizzare uno smartphone, un tablet o un computer», ha detto Capo-Chichi all’Afp. «Le varie istituzioni hanno voluto alfabetizzare le persone prima di mettere a loro disposizione le tecnologie. Possiamo saltare la lettura e la scrittura e andare direttamente all’integrazione nella vita economica e sociale delle persone». Contando su 3 mila volontari mobilitati in tutta l’Africa, Cerco punta a includere un totale di mille lingue africane nella sua operazione. Obiettivo: riuscire a raggiungere quasi un miliardo di persone in Africa, più della metà dell’attuale popolazione del continente. «L’Africa ha perso diverse rivoluzioni tecnologiche a causa della lettura e della scrittura che sono state dei grandi blocchi», ha proseguito l’imprenditore, affermando che «la parola è tre volte più veloce della scrittura».


Cerco intende emergere nella telefonia mobile proponendo un prodotto «che semplifichi la vita alle comunità rispetto ad altri smartphone che si dicono smart ma non lo sono. Non abbiamo fatto uno smartphone: abbiamo fatto un Superphone. Ed è una rivoluzione», ha sottolineato l’esperto di comunicazione di Cerco, Jean-Marie Akepo. «Con i servizi di messaggistica vocale offerti da WhatsApp, per esempio, gran parte del problema è già stato risolto».


L’azienda non paga tasse o dazi doganali. Anche la realizzazione dell’impianto di assemblaggio ha beneficiato di un sussidio di due miliardi di franchi, più di 3 milioni di euro. Un sostegno in cambio del quale Cerco si è impegnato a versare allo stato il 3,5% delle sue entrate e a formare circa 1.200 giovani ogni anno. Dal suo lancio, lo scorso 21 luglio, il gruppo ha comunicato di aver ricevuto 200 mila ordini. Grazie alla partnership col colosso francese delle telecomunicazioni Orange, il Superphone sarà distribuito in 200 negozi in tutta la Costa d’Avorio.