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 2022  settembre 20 Martedì calendario

Per il Mibact si lavora a 5 euro l’ora

Nel suo netto cambio di approccio sulle tematiche sociali, fatto registrare nelle ultime settimane di campagna elettorale, il Pd pare ossessionato dal salario minimo. Ne parla Enrico Letta, ne parla Andrea Orlando, ma il più netto di tutti è stato Dario Franceschini, a Napoli, il 3 settembre: “Vogliamo introdurre il salario minimo per evitare questa vergogna che le persone lavorano per 4 euro, 4 euro e mezzo, 3 euro e mezzo l’ora. È una cosa inaccettabile in un Paese civile”. Parole dure e di condanna di tutti coloro che assumono con simili compensi. Peccato però che, tra questi, ci sia proprio il ministero che fu dei Beni Culturali, oggi della Cultura, che ha anzi fatto da apripista, nella Pubblica amministrazione, al crollo dei salari per i lavoratori in appalto.
Basta una breve occhiata ai dati disponibili raccolti da sindacati e associazioni di settore, unita a un’analisi dei contratti d’appalto pubblicati dal sistema ministeriale, per rendersi conto della situazione. Solo limitandoci agli istituti statali, collegati direttamente al ministero guidato dal 2013 da Franceschini (con una breve pausa nel 2018), si nota che ci sono operatori che lavorano intorno ai 5 euro l’ora a Roma (a Galleria Borghese, Palazzo Barberini) a Torino (Palazzo Reale, Musei Reali), a Venezia (Gallerie dell’Accademia) e in tanti altri archivi e biblioteche statali, nelle pulizie, nell’accoglienza al pubblico e perfino nelle biglietterie. Oggi il contratto dei servizi fiduciari e vigilanza privata (quello cui fa riferimento il ministro quando parla di 3,5-4,5 euro orari, dato che il contratto prevede un minimo di 4€euro all’ora netti e massimi poco sopra i 6,5) viene applicato in decine di appalti ministeriali, soprattutto al centro-nord. Seppur negli appalti del ministero contratti simili siano ancora l’eccezione, il loro numero sta aumentando di anno in anno. “Le stazioni appaltanti (gli istituti ministeriali, ndr) spesso non indicano il contratto da applicare ai lavoratori, pongono basi d’asta basse”, fino a 14€euro l’ora, nei casi più gravi visionati “su cui fare ulteriore ribasso. Tra costi di intermediazione e guadagno per l’azienda in appalto, ciò che arriva in tasca al lavoratore dipendente è una miseria e non potrebbe essere altrimenti”, spiega Federica Pasini dell’associazione “Mi Riconosci” che da anni monitora bandi, contratti e condizioni di lavoro nel settore.
La regola invece è lavorare intorno ai 7-8 euro orari: questi sono i salari imposti dalle aziende che vincono più appalti, occupandosi di accoglienza, visite e biglietterie, da Pompei al Colosseo. Comunque al di sotto dei 9 euro indicati dal Pd come salario minimo, da ottenere attraverso accordi tra le parti sociali: peccato che nel caso di questi bandi, il ministero a guida Pd sia una delle parti coinvolte.
Franceschini in questi anni avrebbe potuto imporre un “salario minimo” ministeriale di fatto, indicando a tutti gli istituti di appaltare a condizioni dignitose. Ma non è mai accaduto e ognuno fa a gusto proprio, appaltando al ribasso o per i motivi più vari. Il ministero della Cultura peraltro a oggi non è in possesso dei dati né riguardanti il numero di lavoratori che operano in appalti diretti degli istituti ministeriali, né di quanto guadagnino. Come nota Claudio Meloni della Fp-Cgil, i soldi investiti per il personale esternalizzato vengono conteggiati come costi di funzionamento per servizi nei bilanci, quindi è difficile avere una dimensione precisa del fenomeno, che comunque riguarda almeno 6 mila persone in Italia. A questi vanno aggiunti i bandi ancor più anomali, come quelli di diversi istituti romani (Istituto centrale per il restauro; Direzione generale archeologia) che periodicamente “assumono” volontari pagati a rimborso spese. Per evitarli, basterebbero buone prassi da parte delle pubbliche amministrazioni.
Ma nel 2015 Franceschini stesso urlò invece sui giornali “la misura è colma” di fronte a un’assemblea sindacale di due ore tenutasi al Colosseo: il personale attendeva da mesi di vedere pagati i propri straordinari. Al tempo era inaccettabile che qualcuno rivendicasse un diritto, ora invece per Franceschini è inaccettabile che si venga pagati poco. Come cambia il vento.