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 2022  agosto 14 Domenica calendario

A casa di Francesco Rutelli

Anche per Francesco Rutelli, amante della città antica, vale la stessa domanda che Nanni Moretti si pone in “Caro Diario”: “Ma perché siete venuti a vivere qui negli anni Sessanta? Roma allora era bellissima!”. «Perché questa è una casa di famiglia, costruita all’Eur da mio padre Marcello che era architetto. Prima ancora avevo abitato sulla Nomentana, dove sono nato, ma già da ragazzo mi sono avvicinato alla vecchia Roma. Inizialmente con mia moglie Barbara ho vissuto in un appartamentino alla Suburra. Poi la famiglia è cresciuta e questa grande casa nel verde è diventata un’opportunità. Sono tornato qui dopo la mia elezione a sindaco. L’Eur è una pagina imprescindibile dell’urbanistica di Roma con ben sei musei.
L’unica pecca è che ogni giorno, con la mia auto elettrica, mi costringe a 60 chilometri al volante. Ma potrei vivere ovunque. La casa è una funzione, non deve essere un luogo da idolatrare: è uno spazio da riempire di affetti». Se prima ci vivevano i quattro figli della coppia Rutelli Palombelli, ora arrivano i nipoti. E due giocattoli diventano soprammobili accanto ai modelli del monumento al Novecento di Arnaldo Pomodoro, innalzato davanti al vicino Palazzo dello Sport.
Il verde, come in un grande respiro, entra con forza dalle ampie vetrate che tengono a bada idue esuberanti pastori maremmani: Nuvola e Oliva. Nel soggiorno i bozzetti sono ovunque e raccontano dei trascorsi artistici della famiglia Rutelli: del bisnonno palermitano Mario che nel 1901 realizzò a Roma l’allora scandalosa fontana delle Naiadi a piazza della Repubblica. «Qui ho lo studio in bronzo della divinità protesa verso via Nazionale,mentre nella figura centrale del glauco è raffigurato Trilussa». E poi c’è la nonna Graziella Marini che presta il volto ad Anita Garibaldi: «Della pasionaria garibaldina non si conosceva la fisionomia. Così per la scultura che la ritrae al Gianicolo, di cui ho qui i modelli, il mio bisnonno scelse il volto di sua nuora». Un’elegante scala a chiocciola, disegnata dal padre, abbraccia le due distinte librerie di Barbara e Francesco. Tra le passioni di lei, una collezione di antiche macchine fotografiche, mentre lo studio di lui è sancta sanctorum di libri d’arte e foto dove scrive e lavora in modo meticoloso, disseminando foglietti ovunque, con i volumi accatastatipersino sul divano. Lì è nato anche il suo ultimo libro “Roma, camminando” edito da Laterza: 18 itinerari da compiere a piedi, per riscoprire e riappropriarsi della città. Dalle cornici dello studio si affacciano Madre Teresa, Mandela, Clinton, Wojtyla, Ciampi, Napolitano, Sordi, Mattarella. All’ingresso, tra i tanti quadri, la prima pagina del quotidiano Liberazione titola la vittoria del divorzio: “Il NO ha vinto!”. «Quella copia me la recapitarono a casa i radicali prima dell’annuncio ufficiale. Se io sono romano da appena 120 anni, mia moglie invece ha origini antichissime. Il suo antenato Pietro Bracci nel Settecento fece il gruppo di Oceano al centro della fontana di Trevi». E così i rispettivi avi si ritrovano in due fontane simbolo della città. «La nostra è sicuramente una condizione privilegiata con la casa che risponde ai principi di Le Corbusier: luce, spazio e verde. La pandemia ha trasformato gli appartamenti in luoghi di residenza, lavoro, svago, con i film in tv che hanno messo in crisi le sale cinematografiche. Dobbiamo trasformare gli uffici vuoti in abitazioni e rendere più vivibili le nostre case. Io vedo le serie in tv – tra le mie preferite, Taboo sulla Londra del 1814 – mentre per i film vado al cinema», dichiara l’ex sindaco, che è presidentedell’Anica. Ma Francesco Rutelli a casa è un bricoleur? «Faccio lo stretto indispensabile, perché potrei rompere più di quanto ci sia da aggiustare. In cucina è meglio che non entri. Oltre al cappuccino e alla macedonia, non vado». Sul frigorifero, un magnete con il libro di Luca Bianchini avverte: “Le mogli hanno sempreragione”.