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 2022  agosto 06 Sabato calendario

La corsa per salvare il beluga nella Senna

Che i beluga migrassero durante la stagione più calda era un fatto noto a tutti i biologi marini del Pianeta. Di solito, però, questi cetacei dal caratteristico colore biancastro si spostano dalle acque del Canada e dello Stretto di Bering verso Nord. È dunque un mistero come un esemplare sia riuscito a nuotare verso meridione al punto da imboccare la Senna e arrivare a pochi chilometri da Parigi.
Il primo avvistamento è avvenuto martedì, in un tratto del grande fiume francese nei pressi di Rouen. Subito sono intervenuti i vigili del fuoco e una squadra di ricercatori dell’Ufficio francese per la biodiversità. Il mammifero è stato individuato grazie a un drone: dai primi riscontri è apparso più magro rispetto alle dimensioni canoniche – un beluga può raggiungere i 5 metri di lunghezza e superare la tonnellata – e con segni anomali sulla pelle.
Sintomi, secondo gli esperti, delle precarie condizioni fisiche dell’esemplare: questi cetacei non sono in grado di sopravvivere in acqua dolce, se non per un breve periodo. Per questo motivo si sta tentando il possibile per spingere il pesce verso la foce della Senna. Operazione che finora non è riuscita a causa delle difficoltà ad avvicinarlo: il mammifero è bloccato da giovedì tra due dighe a una novantina di chilometri a nordest dalla capitale, senza che gli esperti riescano a valutarne le condizioni poiché «è molto sfuggente» a causa dell’ambiente poco familiare in cui si trova. Lungo la Senna, specie in quel tratto, navigano decine di imbarcazioni, e il fondale è notevolmente più basso (e inquinato) di quelli marini nei quali vivono i branchi di questa specie protetta. Così si spiega l’ordine delle autorità locali, che hanno chiesto ai cittadini di stare il più lontani possibile dalle sponde. 
I nuovi tentativi di approccio delle scorse ore hanno dato scarsi risultati. Ieri Gérard Mauger, vicepresidente del Gruppo di studio sui cetacei d’Oltralpe, ha ammesso all’Afp: «A questo punto ci stiamo domandando cosa fare». «In questo momento», ha spiegato Lamya Essemlali, presidente di Sea Sheperd France, «la priorità è che venga nutrito con pesce anche congelato, di modo che non muoia di fame». 
Proprio la denutrizione aveva causato la morte dell’orca che lo scorso maggio si era ritrovata sempre nella Senna: incapace di orientarsi verso il mare, la sua carcassa era stata recuperata e un’autopsia aveva poi scovato anche un vecchio proiettile conficcato nel cranio. Neppure un mese più tardi, un altro caso: una balena di una decina di metri è stata avvistata tra le anse del fiume. 
È più che insolito che pesci simili si avventurino nell’entroterra francese. L’osservatorio Pelagis, specializzato in mammiferi marini, segnala un solo precedente in cui fu coinvolto un beluga: era il 1948 e un pescatore se ne ritrovò un esemplare impigliato nelle reti gettate poco prima nelle acque dell’estuario della Loira.