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 2022  agosto 05 Venerdì calendario

“IL CINEMA ITALIANO STA MALE” – ENRICO LUCHERINI, LO 'STRESS AGENT' DELLE DIVE, FA 90 ANNI E SPARA A ZERO: "LA MIA ULTIMA VOLTA IN UNA SALA PER 'MOSCHETTIERI DEL RE' DI VERONESI. ANDAI VIA A METÀ FILM. VEDO ATTORI SCAPPATI DA CASA, NON NE POSSO PIÙ DELLE PERIFERIE, DEGLI INTELLETTUALISMI, DEI FESTIVAL CHIUSI ALLE COMMEDIE” – E POI LA RABBIA DI NANNI MORETTI, LO SCAZZO MAGNANI-VISCONTI, LE BALLE PER LANCIARE I FILM - "IL PATRON MIRIGLIANI POVERINO MI DISSE: QUANDO ARRIVANO GLI ELEFANTI? PENSAVA CHE MISS ITALIA FOSSE UN CIRCO” – LA BORDATA SU VIA VENETO E BRIATORE -

Enrico Lucherini non è solo il più famoso press agent di cinema, ma è l'uomo che ha inventato quel mestiere. «Mi scoccia un po' dirlo, ma è così. Non mi sono mai annoiato». I suoi intercalari sono «amo» e «odio». Nessuno ha la sua grazia crudele e il suo stile. Da Sophia Loren in giù, gli sono debitori tutti. L'8 agosto compie 90 anni. L'età del Festival di Venezia.

Che effetto le fa? «Impressione. Da bambino ebbi la fortuna che mio padre mi portò a Cinecittà, durante un ciak venne fuori un mostrino con un ricciolo: Macario. Che felicità. Da adolescente ci fu la scoperta di Roma città aperta, Paisà ». Il suo debutto a Venezia? «Sono 60 anni, ne ho viste di tutti i colori. Uno dei primi ricordi fu la lite tra Anna Magnani e Luchino Visconti. Erano amicissimi, lei era sicura che lui, in giuria, l'avrebbe premiata per Suor Letizia . Luchino la ignorò. Non si parlarono per due anni».

Altri ricordi? «Robert Altman vinse il Leone d'oro odiando il titolo italiano di America oggi; in La donna delle meraviglie di Bevilacqua ogni attrice del cast, Cardinale, Sastri, Goodwin, voleva essere la meraviglia; Abel Ferrara sorseggiava il caffè da lui fatto con i fondi di tazzina dei giornalisti, e le sue due attrici, Béatrice Dalle e Anne Parillaud si detestavano, arrivò un pettegolezzo che Béatrice rubasse nei negozi così andai da Anne: sbrigati, che ti sta rubando tutto».

Il Festival oggi... «È un'altra cosa. Mi manca il pino che ho visto crescere davanti alla mia stanza all'Excelsior, la 135... Ci sono state edizioni che avevo dodici film da seguire. Quel delirio non c'è più, purtroppo. Agli inizi passava un solo film al giorno. L'ultima volta sono andato nove anni fa per l'omaggio di Scola a Fellini».

Le sue balle e le sue invenzioni per aiutare i film sono leggendarie. «Eh il finto annegamento di Agostina Belli, il ballo di Florinda Bolkan con Burton per fare ingelosire la Taylor, alla Cucinotta dissi di piangere alla prima de Il postino con Troisi, alla Spaak, che in Dolci inganni di Lattuada marina la scuola, misi il vestitino col colletto bianco. E le difficoltà per capire il titolo di Metti, una sera a cena : spazientito dissi, chiamatelo Aggiungi un posto a tavola.

A volte le liti sono vere, come tra Lollobrigida che non riusciva a dire bella a Francesca Dellera, che in La romana aveva preso il suo ruolo dopo 30 'anni. Per un brutto film di Chabrol su un amore gay, Les Biches : cambiai il titolo in Lesbiche. Lì mi vergognai un po'».

Nanni Moretti? «Mi volle conoscere, mi portò a vedere il suo primo film e riconobbi casa sua. A La messa è finita non era mai contento, ma mi piace la sua rabbia. Il mio motto? Non si butta via niente. Da Ultimo tango a Parigi , a Ultimo tango a Zagarolo ».

Il cinema italiano? «Sta male. La mia ultima volta in una sala per Moschettieri del re di Veronesi: andai via a metà film. Vedo attori che sembrano scappati da casa, non ne posso più delle periferie, degli intellettualismi, dei festival chiusi alle commedie. La Mostra sarà l'ultima chiamata: se non trarranno beneficio gli incassi, si faranno altri film. Resteranno i blockbuster (orrendi quelli della Marvel) e lo streaming».

Monica Bellucci è la numero 1 nel costruire il mito di sé stessa? «Assolutamente sì. Ma una nuova Loren non rinascerà più. Mi piace Miriam Leone che conobbi a Miss Italia, il patron Mirigliani poverino era poco lucido e mi disse: quando arrivano gli elefanti? Pensava che il suo concorso fosse un circo».

Lei la sera andava in via Veneto: tornerà in auge? «Fu una cosa così clamorosa che non potrà mai ritornare uguale. Non credo che le pizze di Briatore a 60 euro raddrizzeranno la situazione». Come festeggia i 90 anni? «Non lo so, non mi piacciono le telefonate con auguri auguri , ma risponderò a tutti. E magari cambierò idea».