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 2022  agosto 03 Mercoledì calendario

Le zucchine di Ungaretti, Montale “m.” e i fisici poeti

Joyce proibito. Rafaele (Contu, nonno dell’autore, ndr) comprò l’edizione francese dell’Ulisse a Parigi, dove era andato per incontrare il poeta Paul Valéry. Era il 1929. Sette anni dopo l’uscita della prima edizione in lingua inglese, che fu pubblicata dalla Shakespeare and Company in Francia perché le case editrici britanniche si erano rifiutate di dare alle stampe quel romanzo dai contenuti ritenuti così scabrosi. Per leggerlo in Italia si sarebbe dovuto attendere il 1960.
Un’isola lirica. Su una mensola riempita di libri dedicati alla Sardegna campeggiava una edizione singolare della Divina Commedia. Era in sardo, anzi, in limba sarda, pubblicata dal poeta Pietro Casu negli anni Venti: “A su mesu caminu de sa vida/ M’incontres’ in un’addhe a busca oscura/ Ca sa via ’eretta fi ’ peldida…”.
Tutti sardi. Tra i libri sulla storia dell’isola, c’è il saggio di Angelino Usai dal titolo eloquente: La sardità dei Mameli e le origini ogliastrine di Cristoforo e di Goffredo.
Ztt. La prima pagina di Zang Tumb Tuuum mi riserva una sorpresa: un incantevole disegno geometrico tratteggiato a penna da Marinetti in persona. Sopra la figura una dedica: “A Rafaele Contu con simpatia futurista”. Chissà dove e quando mio nonno incontrò Marinetti, certamente si frequentarono perché ho trovato altri libri dedicati come Il poema di Torre Viscosa, sulla cui copertina scrisse: “A Rafaele Contu e alla sua forte amicizia sarda di poeta della scienza”.
In guerra. Accanto alla tessera (del nonno soldato durante la Grande guerra, ndr) ho trovato il manualetto Munizioni per la coscienza. Un opuscolo destinato ai giovani ufficiali impegnati al fronte. Trentasette pagine nelle quali si dettavano le regole disciplinari che dovevano seguire i soldati. Il linguaggio è quello classico militaresco, pieno di luoghi comuni. Mi ha ricordato il primo giorno del mio servizio militare: “Nei prossimi mesi il fucile sarà la vostra fidanzata”.
Tra le nuvole. Corrado Alvaro, il 4 novembre 1933, dedicò al nonno una copia del racconto Itinerario italiano: “A Rafaele Contu amico degli astri questi frammenti di pietra – che egli ha voluto raccogliere – dell’astro più luminoso del mondo”.
Quanti. Nel 1921 il nonno tradusse per la casa editrice Audace il testo di una conferenza tenuta da Einstein all’Università di Leida sulle Prospettive relativistiche dell’etere e della geometria. A ventisei anni, nel 1922, pubblicò per Hoepli La prima conoscenza della relatività dell’Einstein accessibile a tutti, la prima edizione italiana della Teoria della relatività, volgarizzata dal fisico tedesco Harry Schmidt: “La nostra fatica non è stata leggera: ci ha aiutato il proposito di offrire al lettore italiano un libro che veramente schiuda a tutti, senza molte fatiche, le porte del mistero einsteiniano”… “Avvicinarsi all’opera dell’Einstein è come avvicinarsi a una fonte di altissima poesia”.
Dirimpettai. Mio nonno e Ungaretti si erano conosciuti alla fine degli anni Venti. Tra loro si stabilì in breve tempo una forte amicizia che si sviluppò negli anni grazie a un’intesa culturale e letteraria dalla quale nacquero molti progetti editoriali, tra cui i Quaderni di Novissima, una collana di poesia e letteratura raffinata ed esclusiva. Erano vicini di casa, entrambe le famiglie vivevano in via Piave. Mio padre mi raccontava di quando Ungaretti andava a cena da loro, con la moglie Jeanne Dupoix. “Ci metteva un po’ in soggezione, soprattutto le prime volte che venne, perché era introverso, timido. Un finto burbero, che però si scioglieva quando con nonno cominciavano a ricordare le storie di trincea della Grande guerra o a parlare di poesia. O all’arrivo in tavola delle zucchine ripiene, di cui era ghiotto, cucinate da nonna Maria”.
Numeri. “Le formule ultime di Einstein racchiudono una disperata ambizione dell’assoluto; tra l’intuizione scientifica e l’intuizione poetica non corrono se non diversità di sfumature. La fantasia del matematico è fantasia poetica”, e viceversa: “Valéry per riposare si dà a risolvere le equazioni!”.
Nemici. Ungaretti: “Sono sempre del parere che Montale è m. E se se ne può fare a meno è tanto di guadagnato”.
Favori. Montale: “Caro Contu, so che mezza letteratura italiana le dà dei fastidi, ma in ogni modo non rinunzio a ricordarle quanto le dissi a proposito del mio esonero da futuri richiami sotto le armi… Non ho saputo più nulla. Ora mi dicono che usciranno nuove norme sugli esoneri e che in esse una posizione come la mia non sarà contemplata. In tal caso, a chi posso far esaminare la situazione? È tutto da rifare? O non c’è nulla da sperare? Tali domande vorrei porre a qualche amico suo del ministero della guerra. E mi scusi!”.