la Repubblica, 1 agosto 2022
Joyce Carol Oates parla di Marilyn Monroe
Joyce Carol Oates ha dedicato a Marilyn Monroe il romanzo Blonde ,dal quale è stato tratto il film di Andrew Dominik, con Ana de Armas, che sarà presentato alla Mostra del cinema di Venezia.
Imponente nelle dimensioni e struggente nel tentativo di catturare i tormenti della diva, il romanzo (2021, La Nave di Teseo) è tra i più riusciti della scrittrice statunitense, che prova nei confronti della star un senso di protezione e compassione. «Ho scritto sempre di personaggi americani, comprese alcune icone», mi racconta, «ho sentito la necessità di scriverne quando mi sono imbattuta in una fotografia di Marilyn a sedici anni ed era ancora Norma Jean Baker: era molto carina, ma non si può dire che fosse bella né glamour, e nei capelli, ancora scuri, aveva dei fiori artificiali. Credo che si fosse appena sposata e mi ha ricordato mia madre: anche lei non era stata desiderata dalla mamma e non aveva mai conosciuto il padre, ucciso quando lei era bambina. Ho deciso di esplorare la vita intima di una ragazza americana di questo ceto sociale: un’orfana che emanava energia, speranza e bisogno di essere amata».
È vero che in origine questo libro di 700 pagine era un racconto?
«Sì, inizialmente volevo scrivere un romanzo minimalista postmoderno, nel quale le ultime parole sarebbero state il nome dato a Norma Jean Baker: Marilyn Monroe. Mi sono accorta allora che la vera sfida era quella di scrivere un’epica americana. Ho immaginato una struttura completamente differentetrasformandolo in un romanzo massimalista».
Perché nel romanzo non utilizza i nomi reali? Joe DiMaggio è “l’ex atleta”, Arthur Miller “il drammaturgo”…
«Nel momento in cui Norma Jean perde la propria identità, entra in un mondo di icone: le persone sono attirate verso di lei, e lei verso di loro, non per la loro realtà ma per la personalità pubblica. È un mondo di superfici scivolose e alleanze e rapporti che non durano, dovenessuno conosce o ha a cuore Norma Jean, ma sono solo attratti da Marilyn Monroe».
RF è Robert Kennedy?
«Sì, ed è probabile che Marilyn abbia avuto una relazione non solo con il presidente JFK, ma anche con lui».
Qual è il suo parere sulla sua conversione all’ebraismo all’epoca del matrimonio con Arthur Miller?
«È molto tipico di una donna che cerca disperatamente diassecondare il marito, che lei chiamava “daddy”, in modo che lui possa amarla».
Secondo lei qual è la sua migliore interpretazione?
«La mia preferita è Niagara , main A qualcuno piace caldo è ugualmente brillante, anche se in maniera diversa».
Crede che sia stata una buona attrice o soltanto una superstar?
«Era un’eccellente attrice, con un desiderio costante di imparare e migliorare».
Nel romanzo lei suggerisce che avrebbe potuto salvarsi da una vita piena di solitudine, dolore e da una fine tragica.
«L’unico modo sarebbe stato ripudiare Marilyn Monroe, ma non ce l’ha fatta, è stata una cosa alla quale non ha saputo resistere».
Cosa ne pensa del film tratto dal romanzo?
«È brillante e unico nel suo genere: molto diverso da tutti gli altri film su Marilyn,concepiti per farci star bene.
Andrew Dominik è un regista che non ha paura delle controversie ed è destinato ad avere una grande carriera».