ItaliaOggi, 28 luglio 2022
Biden, lo smart working è d’oro
Anche il presidente Usa è stato in smart working. Certo, alla Casa Bianca non ci sono bambini che irrompono nelle videoconferenze o strani esemplari felini in transito davanti al monitor. Il lavoro da remoto di Joe Biden, che lo scorso giovedì ha annunciato di essere positivo al Covid, è stato leggermente diverso. Diciamo più confortevole. Il capo di stato americano si collegava da uno studio elegante, con un divano di velluto nella parte opposta della stanza e un grande schermo appeso alla parete. Ecco: secondo il New York Post, quell’aggeggio, integrato con una configurazione Zoom di ultima generazione, è costato ai contribuenti più di 7 mila dollari, circa 6.900 euro.
Il presidente si aspettava di porre fine al suo isolamento e di tornare alle normali condizioni di lavoro entro la fine della settimana, ma ieri è arrivata la notizia: Biden è negativo. Appurato che il capo della Casa Bianca è guarito, c’è quella storia dello schermo ultra-tecnologico tramite il quale parlava, riferiva e incontrava via web diplomatici, capi di stato, legislatori e rappresentanti delle categorie economiche.
Biden, durante la quarantena, è stato fotografato in un paio occasioni mentre partecipava a riunioni in streaming attraverso un grande schermo piatto con una fascia argentata e una fotocamera sul lato superiore. Il dispositivo, secondo gli esperti, è un Neat Board, un gingillo piuttosto costoso dotato di un touchscreen 4k da 65 pollici e di una fotocamera ad alta definizione. Il suo designer con sede a Oslo, in Norvegia, lo definisce un «pacchetto completo per sale riunioni in un dispositivo all-in-one semplice ed elegante». Direte: se non ce l’ha il presidente degli Usa... Ineccepibile. Gli americani, però, sono attenti a particolari che potrebbero apparire irrilevanti. Qualcuno, per esempio, ha fatto notare come il capo della Casa Bianca utilizzasse il prezioso Neat Board per comunicare che la sua amministrazione è al lavoro «per abbassare ulteriormente il costo della vita» mentre lui esibiva un oggettino che passa dai 5.790 dollari per la versione base ai 7.280 dollari per la versione Biden, vale a dire con un supporto da pavimento arrotolabile che da solo vale 1.490 dollari.
Quisquilie? Può essere. Ma è il contesto che conta. Se Biden avesse acquistato il moderno marchingegno in un momento economico florido, o quanto meno stabile, i cittadini degli Usa avrebbero letto i suoi Tweet e poi sarebbero andati a fare surf in qualche sconfinata spiaggia californiana. Con l’inflazione che ha raggiunto i livelli massimi da 40 anni, però, gli americani guardano le foto del presidente e analizzano ogni aspetto. Anche con sarcasmo.
La piattaforma The Verge ha suggerito al presidente degli Usa di installare un microfono Zoom direttamente nella scrivania e nel resolute desk nello Studio Ovale, in modo che i partecipanti alle videoconferenze possano sentirlo ancor più chiaramente. Come dire: se devi spendere i soldi dei contribuenti con ninnoli ultra-tecnologici, almeno fallo bene.
Altra stilettata degli utenti, la più diabolica: Donald Trump, prima della pandemia, aveva tenuto alcune videoconferenze da un enorme impianto di perforazione nel suo resort di Mar-a-Lago, a Palm Beach, in Florida. «L’impianto tecnologico, però, non era così costoso», hanno fatto presente diversi americani. «E poi, è giusto dirlo, Trump preferiva le telefonate regolari e personali alle mega-riunioni su Zoom».