La Stampa, 27 luglio 2022
La puntata numero seimila di Un posto al sole verrà raccontata da una cagnolina
«Essere scelto per Un Posto al Sole è stata una benedizione. Per un attore lavorare 300 giorni l’anno è quasi un miracolo, ma soprattutto siamo visti da tantissimi spettatori nel mondo, persone che amano Napoli e mi considerano uno di famiglia». Patrizio Rispo, 66 anni, da 26 anni è Raffaele Giordano, il portiere di Palazzo Palladini, nella soap di Rai 3 vista da una media di 1,6 milioni di persone a puntata. Venerdì celebrerà in scena il traguardo delle 6 mila puntate, come raccontato in anteprima al Giffoni Film Festival: l’episodio speciale, in cui Rispo e i colleghi faranno un brindisi rivolgendosi al pubblico, sarà raccontato dal punto di vista della cagnolina Bricca, doppiata da Nunzia Schiano, che commenterà le vite dei vari personaggi, tentando un bilancio delle tante storie andate in onda, e provocherà l’incontro tra Giulia (Marina Tagliaferri) e la vecchia conoscenza del palazzo Mastro Peppe (Federico Torre). Rispo fa parte degli attori della vecchia guardia, che ha visto crescere il successo e lo ha consolidato nel tempo, attraversando il passaggio all’era social, in cui ogni voce attorno alla soap è commentato in tempo reale. Gli ultimi esempi sono il paventato cambio di orario della messa in onda, ma anche i rumor sulla volontà dell’attore di abbandonare: «Ogni volta succede una guerra» scherza Rispo. «Non è vero che voglio lasciare. Per fortuna ho iniziato a 40 anni, quando avevo già avuto le mie esperienze in teatro, e ho capito subito di avere tra le mani un prodotto di successo che non è il caso di abbandonare. I fan ci fermano per strada, vogliono farsi le foto, e dicono che vedono più spesso noi dei propri parenti, un fatto quasi paradossale. Molti vengono a trovarmi nel mio ristorante a Napoli (Tucci’s Pizzeria di Conversazione, ndr.) perché sanno di trovarmi la domenica, quando lavoro in cucina seguendo l’altra mia grande passione. I social hanno accorciato le distanze, perché il pubblico oggi si sente parte della soap, e gli sceneggiatori rispondono alle sue reazioni in tempo reale».
Nel corso dei decenni Un posto al sole si è trasformato in una vera e propria factory, che richiede una macchina perfettamente oliata per funzionare e ha prodotto un impatto enorme sulla città dove si svolge. «Ormai Raffaele fa parte di me – dice Rispo – e quindi anche se seguo la sceneggiatura alla lettera, spesso aggiungo qualcosa di mio alle battute, soprattutto quando devo rifare una scena più volte. Infatti nella stanza degli scrittori è stato appeso un cartello: Rispo ne sa una più del dialogo. Il merito del programma è che vende Napoli in tutto il mondo, e ne tratta non solo i lati più oscuri, ma ne esalta gli aspetti positivi come quelli creativi. Nel corso del tempo Un posto al sole ha fatto lavorare moltissime persone, come comparse o macchinisti, e occupandosi di temi seri, ha anche recuperato ragazzi vicini alla criminalità, come il figlio di una famiglia di camorristi che oggi è uno dei nostri registi». Da sempre a stretto contatto con la realtà, il programma ha affrontato moltissimi temi seri in tempo reale («spesso abbiamo anticipato i tempi parlando di violenza sulle donne o rivolte sociali prima che storie simili finissero in cronaca», dice l’attore), ma stranamente ha deciso di sorvolare sulla pandemia: “Abbiamo discusso se occuparcene, ma abbiamo deciso di no: anzitutto perché raccontare il lockdown avrebbe influito troppo sulla vicenda, ma anche perché in un momento difficile volevamo regalare una boccata d’aria fresca al pubblico, che dapprima è rimasto spiazzato e poi ha approvato le nostre scelte”. Alla fine del nostro incontro con Rispo viene da chiedergli se nel bilancio di un successo che vale una carriera, c’è anche lo spazio per qualche ombra: “L’unica delusione è quella di non essere mai stato chiamato dal cinema, se non per piccoli ruoli. Non so se i registi abbiano pregiudizi e temano che il nostro volto sia troppo legato a un solo personaggio, ma quando ho recitato in teatro il pubblico è accorso curioso per vedermi in altri ruoli. Il mio sogno? Realizzare una serie tv sul Settecento napoletano, che esalti non solo il fascino delle location ma la ricchezza culturale e intellettuale e la musica della mia città, amata in tutto il mondo”.