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 2022  luglio 26 Martedì calendario

Intervista a Richard Madden

Difficile immaginare Richard Madden, il principe azzurro di Branagh, il supereroe degli Eternals, come un bambino pienotto e bullizzato, «eppure lo sono stato» racconta seduto, t-shirt scura e una «sincera felicità di essere qui, tra i ragazzi di Giffoni, immaginando quale di loro incontrerò di nuovo, come attore o regista». Ha appena rivisto una ragazza che cinque anni fa era giurata, oggi è una producer: «Fantastico». Dopo il fuoco di fila dei giovani e l’incontro stampa, è finalmente rilassato: «Tutto qui è vero, diretto. Ho iniziato a recitare a undici anni, con un film adulto,Complicity, avrei voluto allora occasioni di confronto e condivisione come questo». L’attore scozzese, 36 anni, lo Stark de Il trono di spade,ha incollato il pubblico britannico alla serie Bodyguard (con cui ha vinto il Golden Globe), maltrattato Elton John nel biopicRocketman, e sarà protagonista di una serie kolossal, Citadel,«l’incontro tra un mondo di spie e la vita di gente normalissima».
Il teatro è stata la sua salvezza, anche dal bullismo.
«Mi ha permesso di trovare persone come me, allontanandomidall’ambiente in cui ero preso di mira. A tutti capita di sentirsi estranei, bisogna scoprire una passione e trovare altri con cui condividerla».
Anche eterno principe azzurro, nel “Cenerentola” Disney, per una generazione di ragazzini.
«Con Branagh sapevamo che il mio non era un principe che salvava la donzella ma un essere umano che comprendeva la bellezza, il coraggio e la gentilezza di un altro. Il r apporto tra loro è alla pari. Oggi i miei nipoti sono abbastanza grandi, sono felice che apprezzino lo zio Richard e il messaggio del film».
È passato dall’essere bullizzato come un ragazzo goffo a uno degli attori considerati più belli.
«Facendo l’attore impari che il più delle volte l’immagine è considerata solo per quel che serve al ruolo».
È importante avere colleghi amici, come Charlie Cox?
«Sì, ma è più importante avere amicifuori dall’industria, dove spendo fin troppo tempo. Gente che non mi prende troppo sul serio come mi prendo io. Cosa utile».
In “Rocketman”, il biopic su Elton John, le è toccato il ruolo del cattivo.
«Finalmente, dopo tanti eroi. A fine proiezione, a Cannes, Elton mi guardava con odio: era uncomplimento. È un film che contiene tutto lo spirito della sua musica».
Cosa le piace del mestiere?
«Sono grato alla popolarità, l’affetto del pubblico verso le cose che faccio. Ho conosciuto periodi di provini infiniti, senza risposta.
Grato di essere sul palco a raccontare».
“Bodyguard” è stato record di ascolti in Gran Bretagna. Il sequel?
«La porta è aperta, amo quel personaggio. Era una piccola serie della BBC, a basso budget, è diventata un fenomeno mondiale».
Guarderà la serie prequel di “Il trono di spade”?
«Scherza? Non vedo l’ora, sono curioso. E felice, stavolta, di essere
solo spettatore».
Lei è stato Cosimo de’ Medici. Ed è legato all’Italia.
«Cerco di passarci più tempo possibile. Roma è la mia seconda casa, ho trascorso un periodo da solo a Montepulciano... Davanti a tanta storia e bellezza si capisce perché abbiate così tanti artisti».