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 2022  luglio 26 Martedì calendario

Intervista a Lorenzo Sonego

Cappellino in testa e fischietto in bocca. «Quei passaggi in serie A non si possono vedere...»: Ivan Juric ordina pressing e velocità e, immerso in una fila di alberi sempre più fitta, il Toro prova ad eseguire. Chi esegue il suo spartito è Lorenzo Sonego che, poco meno di trenta chilometri più in su, supera il primo turno in doppio al torneo Atp di Kitzbuehel e si prepara al duello di questa mattina contro lo spagnolo Andujar. Austria, o meglio, Tirolo a tinte granata: un tifoso speciale per una squadra in cerca di ambizioni.
Sui divanetti, ma anche in tribuna. E il coro: «Dai Lorenzo...!». Curioso vedere le maglie del Toro attorno al campo da tennis...
«Curioso davvero. Mi hanno regalato un sorriso e dato una scarica di adrenalina in più...».
Meno di mezz’ora da qui e c’è la sua squadra impegnata a preparare la nuova stagione.
«Abbiamo un grande allenatore, carismatico e preparato. Come punto di ripartenza non è male, ma ora servono rinforzi: rispetto allo scorso campionato non ci sono più giocatori come Bremer, Belotti, Pobega, Praet, Pjaca, Mandragora o Brekalo che a me piaceva molto».
Bremer alla Juve. Un colpo al cuore?
«Non faccio parte della dirigenza (sorride, ndr) e non posso sapere perché accadono certe cose. Di sicuro perdere uno come Bremer fa male perché perdi il più forte».
Il silenzio di Belotti non le sembra una nota tra le più stonate?
«Avrà un progetto o un programma in testa: non posso pensare che non abbia deciso il suo futuro. Tra le mie curiosità da tifoso più grandi c’è proprio quella di scoprire dove finirà, o cosa farà, il nostro ex capitano».
Facciamo un gioco: chi vede come leader del Toro di domani?
«Mi ispira uno come Ricci: è arrivato solo a gennaio, ma sembra con noi da una vita. Mi dà la sensazione di un ragazzo serio, appassionato, di grande personalità e che sa come far girare la squadra. Teniamocelo a lungo con noi».
Come deve proseguire la sua di stagione?
«Il mio obiettivo è tornare attorno alla ventesima posizione al mondo entro il 2022. Sto lavorando per questo».
Là dove tutto è cominciato...
«Il mio tennis si sta evolvendo in meglio, nella giusta direzione: mi piace come gioco anche se può sembrare strano in un periodo dove non mi gira benissimo per quanto riguarda i risultati ottenuti. Nella vita e nella professione va così, ci sono parentesi con alti e bassi, ma so cosa voglio e dove voglio arrivare».
Alti e bassi...
«La bellezza del nostro sport è che da una settimana all’altra molto può cambiare».
Molto è cambiato per Lorenzo Musetti, fresco vincitore nell’Atp di Amburgo nella finale contro Alcaraz.
«Stiamo parlando di un ragazzo talentuoso, ricco di qualità. I suoi risultati non mi stupiscono: lo vedo, a breve, tra i primi dieci giocatori al mondo».
Oggi Musetti, domani chissà. L’azzurro è un colore intenso con la racchetta in mano.
«Siamo un bel gruppo, anzi bellissimo. Ognuno può pensare di raggiungere i risultati più prestigiosi».
Il conto alla rovescia è cominciato: a novembre si alzerà il sipario sulla seconda edizione torinese delle Atp Finals. Torino e il tennis più nobile si incontrano di nuovo...
«Torino dovrebbe vivere della magia delle Atp Finals per tutto l’anno e non solo a ridosso dell’evento: la città si è meritata la possibilità di organizzare la manifestazione più suggestiva ed il tennis, ormai, con il calcio è lo sport più importante». Juric ordina pressing e velocità nel far girare il pallone. A meno di trenta chilometri di distanza ci sono divanetti e tribune di color granata per Lorenzo Sonego. —