La Stampa, 25 luglio 2022
«Sono responsabile delle mie idee ma non di essere tappo o nano». Sulla statura di Brunetta
«Mi dicono tappo o nano e ho sofferto e continuo a soffrire per questo. Ma per fortuna ho le spalle larghe perché ho fatto molte cose: il professore universitario, il parlamentare anche europeo, sono stato ministro due volte, ho fatto molte esperienze. Di questo sono responsabile, ma non della mia statura».
Inizia così lo sfogo del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta alla trasmissione «Mezz’Ora in Più» di Lucia Annunziata. Il ministro si rivolge direttamente a Marta Fascina, la fidanzata di Berlusconi che nei giorni scorsi era intervenuta dopo l’addio di Brunetta a Forza Italia. La deputata azzurra aveva postato su Instagram una storia che riportava la scritta «Roma non premia i traditori», accompagnata dalla canzone di De André, «Il giudice», che racconta la scalata di «un nano» fino ai vertici della magistratura. Brunetta, visibilmente emozionato, dice che con Berlusconi si è rotto qualcosa, come gli amori, «quando si rompe qualcosa non si ricuce più». E poi, ha continuato il ministro, «è una vita che vengo violentato per la mia altezza. E continuo a soffrire non per me, ma per tutte le bambine e i bambini che non hanno avuto la fortuna di essere alti e belli...». «Però lei ha gli occhi azzurri», lo consola Annunziata. Brunetta ringrazia e conclude: «Io non ho scelto di essere alto o basso: sono responsabile delle mie idee e di quello che faccio, ma non di essere tappo o nano».
A stretto giro sui social arriva la solidarietà di Giovanni Toti, presidente della Liguria: «Caro Renato, per me sei un gigante». L. For. —