il Fatto Quotidiano, 25 luglio 2022
Alexis Sanchez, il più pagato della Serie A
La domanda da un milione di dollari è: cosa non funziona nel calcio italiano se al fixing di oggi, lunedì 25 aprile 2022, dopo il trasferimento di De Ligt al Bayern Monaco il giocatore della Serie A con lo stipendio più alto, pari a 9,17 milioni netti a stagione, figura essere (tenetevi forte) Alexis Sanchez, 34 anni, l’attaccante cileno da tre anni in forza all’Inter, di cui il club non riesce più a disfarsi (ragione prima del mancato ingaggio di Dybala) e il cui contratto scadrà il 30 giugno 2023? Di più: cosa c’è che non va se al 2° e 6° posto di questa classifica figurano Rabiot e Ramsey, della Juventus, entrati di diritto nel gotha delle più grandi, sesquipedali bufale della storia del calcio? La verità è che il calcio è impazzito: ma il calcio italiano più di tutti.
Alexis Sanchez, dunque. Che dall’Italia è partito (l’Udinese lo acquista 18enne, nel 2006, dal club cileno del Cobreloa, costo 3 milioni, per cederlo 22enne al Barcellona di Pep Guardiola per la bella cifra di 40 milioni) e in Italia fa ritorno nell’estate 2019 dopo aver giocato tre anni al Barça, tre anni e mezzo all’Arsenal e un anno e mezzo al Manchester United. A volerlo all’Inter è Antonio Conte che Marotta ha appena messo in tolda di comando buttando a mare il vecchio nocchiero Spalletti. Ebbene, sapete com’è fatto Conte, se non gli dai tutto ciò che vuole lui frigna, sbatte la porta e se ne va; alla Juve con Marotta l’ha già fatto e il dirigente ne è succube, ogni suo desiderio è un ordine. Pensare all’ingaggio di Sanchez sembra a tutti, a dire il vero, un’eresia; perché il cileno, in forza al Manchester United dove Mourinho ha fatto il diavolo a quattro, nel gennaio 2018, per strapparlo all’Arsenal (scambio secco con Mkhitaryan), è il giocatore più pagato di tutta la Premier League con uno stipendio annuo, netto, di 20.603.960,00 (avete letto bene: venti milioni seicentotremila novecento sessanta euro).
Ora, in Premier nuotano nell’oro e lo United è il club più ricco del mondo, ma in Italia abbiamo le pezze al culo: davvero è il caso di fare questa follia? Come se non bastasse, Sanchez al Manchester ha fatto pena: in una stagione e mezzo ha messo assieme 32 partite, segnato la miseria di 3, diconsi tre, gol e lo Special One, che tanto lo aveva voluto, ora lo schifa; come lo schifa Solskjaer, che a fine 2018 prende il posto di un Mou sempre più confuso e nel pallone. È diventato una tale palla al piede, Sanchez, che lo United lo regala: pur di disfarsi del suo stipendio-capestro ne azzera il costo del cartellino. Ad abboccare è l’Inter: che da un lato alletta Sanchez promettendogli quel ruolo primario che in Premier ha perso, dall’altro – grazie al decreto Crescita – concorda con lui un ingaggio di 9,17 milioni netti annui per la bellezza di 4 stagioni (totale 36,68). Come siano andate le cose è sotto gli occhi di tutti: Sanchez all’Inter fa la riserva fissa per due anni di Lukaku e Lautaro, per uno di Dzeko e Lautaro; e oggi, con un’ultima stagione ancora da onorare, sarebbe riserva fissa non solo di Lukako e Lautaro ma anche di Dzeko e Correa, a loro volta prime riserve. Nel frattempo l’Inter non può procedere sul mercato senza prima liberarsi delle pesanti zavorre che gravano sui suoi bilanci; zavorre che all’Inter (come alla Juventus, e non solo) non si contano e di cui puoi liberarti solo con buonuscite milionarie (vedi Vidal) che il cileno per ora rifiuta.
Questa è la storia di Alexi Sanchez. Il più pagato della Serie A. Trattato come un lebbroso.