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 2022  luglio 24 Domenica calendario

Meteo, c’è del “marcio” in Danimarca

In Italia – Con l’anticiclone nord-africano esteso a tutta Europa il tempo rovente e secco è continuato senza posa salvo alcuni temporali come sabato 16 luglio a Tarvisio, lunedì 18 sugli Appennini e ieri notte lungo le Alpi. Le temperature sono rimaste vicine – talora superiori – ai primati storici al Centro-Nord con massime fino a 37,5 °C lunedì 18 a Genova-Sestri (record per luglio nella serie di misure iniziata nel 1962), 37,0 °C mercoledì a Pontremoli in Lunigiana e 39,5 °C a Firenze-Peretola (entrambi primati per la seconda decade di luglio in quasi un secolo), e 37,8 °C venerdì a Milano-Malpensa (estremo per qualunque mese nelle osservazioni avviate nel 1951) ma perfino 40,8 °C ad Arconate (Milano) e 41,0 °C nel Grossetano. Più ordinaria la calura al Meridione, Palermo non è andata oltre i 33 °C. L’estrema secchezza di suoli e sottobosco, oltre ad alimentare la risalita delle temperature mancando l’effetto rinfrescante dell’evapo-traspirazione, ha favorito decine di incendi, i più gravi presso Massarosa, in Versilia (bruciati circa 900 ettari, oltre mille abitanti allontanati), e sul Carso alle spalle di Monfalcone (chiuse autostrada e ferrovia per Trieste, evacuato il paese di Jamiano, fumo su tutta la Venezia-Giulia e una vittima tra i volontari di protezione civile). In risposta alla peggiore combinazione di caldo e siccità mai sperimentata in almeno due secoli, la portata del Po a Pontelagoscuro (Ferrara) è scesa al minimo storico di 110 metri cubi al secondo, l’agricoltura è in condizioni drammatiche, gli alberi ingialliscono con tre mesi d’anticipo e ad alta quota lo scongelamento del permafrost moltiplica i crolli di roccia tanto che le guide alpine hanno sospeso le salite al Cervino. A metà settimana al Nord le temperature caleranno di qualche grado anche grazie ad alcuni temporali, ma più a lungo termine anche per agosto ci sono segnali di caldo sopra media e precipitazioni modeste. Eppure, incredibilmente, ancora in troppi si arrampicano sugli specchi, tra complottismo e negazionismo, pur di non riconoscere la responsabilità umana nei cambiamenti climatici.
Nel mondo – Il caldo dei giorni scorsi in Europa ha raggiunto punte inedite a scala plurisecolare, come i nuovi record nazionali per qualunque mese dell’anno di 40,3 °C in Inghilterra – definiti dal MetOffice una “pietra miliare nella storia del clima del Regno Unito” – di 35,1 °C in Scozia e 37,2 °C in Svezia; su singole località, mai registrati prima anche i 39,3 °C a Brest, nella fresca Bretagna (stracciato il precedente estremo di 35,1 °C del 9 agosto 2003!) e i 40,1 °C di Londra e Amburgo; in Danimarca 35,9 °C, nuovo primato nazionale per luglio. Incendi sono divampati in mezzo continente, il peggiore ha divorato la Forêt du Pilat in Gironda (Francia), costringendo a evacuare seimila persone, poi l’aria più fresca giunta dall’Atlantico ha scatenato grandinate devastanti mercoledì in Borgogna-Franca Contea. Scenari che, esattamente come da mezzo secolo prevedevano i modelli di clima, ci stanno proiettando in un territorio sconosciuto, che non fa più parte di quanto come specie avevamo vissuto finora. Il caldo non scherza neanche negli Stati Uniti e nell’estremo Oriente, record nazionale di 40,7 °C a Taiwan. Cade a fagiolo lo studio Accelerated western European heatwave trends coordinato dal Potsdam Institute for Climate Impact Research e apparso su Nature, secondo cui le grandi ondate di caldo in Europa sono aumentate tre-quattro volte più rapidamente che nelle altre zone temperate boreali nell’ultimo quarantennio a causa di cambiamenti nella dinamica delle correnti a getto, a loro volta forse innescati da inedite differenze termiche nell’Artico. A studiare (e divulgare) la complessità del clima ci vogliono anni di lavoro, un “leone da tastiera” a far danni sbeffeggiando stupidamente la scienza impiega un minuto.