la Repubblica, 24 luglio 2022
Il circo dei Cyclones, dove il baseball è un dettaglio
Il calcio fatto mercato, la fine del Tour de France, le moto senza Valentino, perfino i tifosi degli Yankees che si menano: in cerca di un’oasi di vero sport vado a Coney Island dove, all’ombra del Luna Park, giocano i Cyclones, la locale squadra di baseball. Nome e simbolo vengono dalle montagne russe che appaiono, reali, sullo sfondo.
Lo stadio sul mare ha 7500 posti e una metà si riempie prima dell’inizio della partita contro Greensboro. Difficile concentrarsi sul diamante. In cielo continuano a volare capsule legate a elastici che contengono persone urlanti (e paganti per poterlo fare). Vagoni a tutta velocità viaggiano capovolti, producendo i peggiori effetti sui passeggeri. A bordo campo un tizio con la corona, The King, famoso per una vecchia pubblicità di elettrodomestici, organizza giochi alternativi per coinvolgere il pubblico. Due idraulici si sfidano a centrare una tazza in terza base con lo sturalavandini: il più abile arriva a due metri e vince. Vengono prima premiati e poi hanno l’onore di lanciare una palla diversi operatori del più vicino ospedale, “eroi delll’11 settembre, dell’uragano Sandy, del covid”.
Uno di loro fa a pezzi l’inno americano. La majorette sovrappeso balla sulla pedana davanti alle tribune, ma al quinto inning ha un malore a causa del caldo e si accascia. Al suo posto sale immediatamente un tizio con un cartello che incita: “Fate chiasso!”. La majorette viene portata via in ambulanza dagli operatori “eroi” del più vicino ospedale appena premiati. Una ragazza di nome Sarah è invitata sul campo per rispondere a un quiz. Indovina: «La proposta!».
Alle sue spalle appare, inginocchiato, un tal Aaron con un anello e le fa la proposta! Non imprevedibilmente, lei dice sì. La sicurezza li allontana. The King induce un bambino sperduto a saltare dentro cinque pneumatici con una palla in mano, poi a cercare di infilarla in un cesto per la biancheria sporca. Non ci riesce, applausi.
Al settimo inning viene sospesa la vendita di alcolici e un consistente spicchio di stadio di svuota. La musica del dj portoricano che allieta i connazionali sul lungomare sovrasta la voce all’altoparlante.
Si spegne pochi chilometri più in là, a Little Odessa, dove regna il silenzio. Il sole declina, i riflettori balbettano, la ruota delle meraviglie, quella del film di Woody Allen, non ha mai smesso di girare. È per vedere cose che non riusciamo a immaginare che usciamo di casa e ci consegniamo al circo del mondo: per tornare stupiti, o perplessi.
Ah già: i Cyclones hanno vinto per 6 a 2, c’è stato perfino un fuoricampo.