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 2022  luglio 23 Sabato calendario

Consigli per la campagna elettorale da Ugo Sposetti

Ugo Sposetti, vecchio cuore Pci-Pds-Ds, classe 1947, un pezzo di vita a capo della tesoreria — ruolo chiave per l’organizzazione del partito — della “ditta”, non si scompone di fronte alla prima storica campagna elettorale per le Politiche in piena estate.
Provi a pensare: fosse successo ai suoi tempi, come si sarebbe organizzato?
«Venti, trenta, quaranta anni fa era tutta un’altra storia, non c’era internet, non c’erano i social, era tutto cartaceo. Sono rimasto un po’ lì visto che la mattina compro cinque-sei giornali. Comunque: ricordo l’era dei 6x3 di Silvio Berlusconi, quei mega cartelloni, all’epoca bisognava combattere con quelli. Però di sicuro so che le vacanze sarebbero saltate per tutti, sempre se le elezioni le si vuol vincere eh. E poi avrei pensato subito ai turni per presidiare il tribunale, per presentare la lista per prima. Il Pci era sempre in alto a sinistra. Oggi non serve più perchéla posizione nella scheda è decisa a sorteggio, però all’epoca ci si piazzava lì tre-quattro giorni prima. I compagni erano orgogliosi di turnare con quel compito».
Come si compongono le liste in fretta e furia?
«Penso che molto si farà a livello regionale, da quello che capisco, essendo io iscritto al Pd. Ma ci sono ancora delle cose da decidere, in primis il rapporto con il M5S: la cosa che mi addolora è che una linea politica venga cancellata in 24 ore. Allora non era una linea stabile: se c’è un temporale che ti porta via il tetto di casa, significa che il tetto di casa è fatto male».
Sul piano pratico, come consiglia di fare questa campagna elettorale?
«Sulla spiaggia, nei lungomare, nei luoghi di vacanza. Non sono gli elettori che vengono ad ascoltare te, ma tu che vai a cercare dove sono loro. Quindi vecchia scuola: pantaloncini e cappello, maglietta col simbolo del partito o movimento e si va di ombrellone in ombrellone».
Nel Pci lo avevate mai fatto, magari per altri tipi di elezione?
«Ma certo. La spiaggia è un punto di incontro di tante elettrici ed elettori, cinquanta anni fa andavo a Montalto a diffondere l’Unità eandava benissimo, era l’ideale, era anche una cosa gradita, magari uno non aveva fatto in tempo a passare dall’edicola e così si rilassava a leggere il giornale. Eravamo sei o sette compagni, arrivavamo col pulmino Volkswagen. Ne vendevamo un bel numero».
Altri consigli?
«Raccomanderei al Pd di aumentare il numero di feste dell’Unità».
Darà una mano anche lei?
«Sto cercando di capire chi si candida tra i ragazzi che ho cresciuto per dargli una mano. Poi spero che si vada a parlare al bacino degli astenuti e degli arrabbiati: l’agenda Draghi non mi entusiasma, mi viene l’orticaria a sentirla nominare. Non sono iscritto al partito di Draghi, voglio dire: non mi iscriverei mai ad un partito di un banchiere. Il Pd deve avere il suo profilo, esprimere la propria proposta per le fasce più deboli».