Corriere della Sera, 22 luglio 2022
Timofej e Nicoletta, étoile della Scala promessi sposi a Verona
Il sogno d’amore di Romeo e Giulietta balla sulle punte. Con il lieto fine della proposta di matrimonio, lo sfavillio dell’anello nuziale e la complicità benedicente di Roberto Bolle. La magia di Verona infiamma i cuori della coppia di primi ballerini della Scala più quotata per i debutti di stagione, Nicoletta Manni e Timofej «Tima» Andrijashenko; lei, 30 anni, di Galatina (Lecce), lui 28, nato a Riga, in Lettonia. Fidanzati da sette anni, si sono giurati amore eterno davanti a 13mila spettatori, al termine del galà «Bolle & Friends», mercoledì sera all’Arena di Verona. La coppia aveva danzato il passo a due di «Romeo e Giulietta» di Kenneth MacMillan sulla struggente partitura di Prokofiev. Al momento degli applausi, il colpo di teatro: Bolle ha accompagnato al proscenio le colleghe per ricevere singole ovazioni e, arrivato alla Manni, ha ceduto il passo ad Andrijashenko che si è inginocchiato davanti alla fidanzata per darle l’anello.
È stata una sorpresa?
Andrijashenko: «Lo meditavo da tempo, ma è stato Bolle a chiedermi se, visto che ballavamo a Verona, volevo fare la mia dichiarazione a Nicoletta sul palco. Proprio per questo, era stato inserito in scaletta il pas de deux di “Romeo e Giulietta”: mi piace fare in grande i passi più importanti della vita. Lo sapevano alcuni colleghi, amici e le nostre famiglie. Avevo nascosto l’anello in uno dei fari del palcoscenico, con l’aiuto del fratello di Nicoletta, che è light designer. La data delle nozze? Dobbiamo organizzare tutto, sarà per l’anno prossimo».
Manni: «Per me è stata una sorpresa assoluta, non me l’aspettavo. È stata una grande magia ricevere l’anello su questo palco unico, su cui era stato montato il balcone di Giulietta. Quando la batteria che scandiva gli applausi si è fermata e Tima si è inginocchiato, anche il pubblico per una attimo è rimasto in silenzio e ha condiviso il mio stupore. Siamo abituati a incarnare la fiaba in scena, ora il sogno è entrato nella nostra vita con spontaneità. A mia insaputa, erano presenti anche i miei genitori, insieme a quelli di lui, arrivati apposta dalla Lettonia».
Com’è nato il vostro amore?
M: «Ci siamo conosciuti nel 2012 a Milano, al Concorso Mab, eravamo in competizione: io ballavo ancora a Berlino, Tima si stava diplomando a Genova. Nel 2014 ci siamo ritrovati alla Scala. Ho capito presto che con lui c’era un’empatia speciale, eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Quando abbiamo ballato per intero “Romeo e Giulietta” nel 2016, il nostro amore è diventato pubblico».
A: «Di Nicoletta mi ha colpito subito la grazia, l’eleganza e la femminilità, mi ha affascinato il suo modo di girare la testa e di muovere le mani. Ho capito che era la donna della mia vita. Già a Pasqua avevo chiesto ai suoi genitori la benedizione per le nostre nozze. Ormai viviamo insieme da anni».
La pandemia e questi mesi di guerra vi hanno uniti di più?
M: «Certamente. Abbiamo vissuto un lungo periodo surreale, tra lockdown e focolai Covid nella compagnia, ma ora, dopo gli spettacoli con Bolle e un galà in Sardegna, pensiamo alle ferie».
A: «I mesi di guerra mi hanno molto rattristato, il mio cognome è ucraino, ho nonni russi, ucraini e kirghizi. Figli? Certo, ci metteremo presto al lavoro per allargare la famiglia».