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 2022  luglio 22 Venerdì calendario

La passeggiata spaziale di Samantha Cristoforetti

Movimenti pachidermici, pazienti, in una apparente tranquillità cosmica con la Terra, a tratti, a fare capolino sullo sfondo. La «camminata spaziale» di Samantha Cristoforetti – prima donna europea e dunque dell’Esa a completare una extra vehicular activity , «pioniera anche in questo» come ha commentato l’astronauta Luca Parmitano – è iniziata ieri pomeriggio ufficialmente alle 16.50, ora italiana. La Stazione spaziale Internazionale si trovava nel buio a metà tra Mosca e la penisola araba. All’occhio dello spettatore abituato alle serie spaziali su Netflix e ai drammi cosmici con effetti speciali al computer, la routine a cui si è sottoposta Samantha Cristoforetti insieme all’esperto collega russo, Oleg Artemyev (alla sua sesta uscita), può essere apparsa priva di suspense. Anche quando uno dei dieci nanosatelliti lanciati a mano nel vuoto per l’esperimento sulle radio tecnologie ha colpito la Stazione Spaziale, nulla è trapelato se non una lievissima esclamazione di Artemyev. Come quando all’inizio della missione, appena usciti dal modulo, il cosmonauta ha detto pacifico alla collega: «Non andare lontano. Prenditi il tuo tempo». C’è solo il rischio di finire nel vuoto. Ma questa apparente calma piatta non deve portare fuori strada: se i movimenti apparivano goffi e ovattati, solo meno di un centinaio di persone al mondo sanno portarli a termine. 
Una «space walk» è sempre un pericolo enorme. In ogni istante anche un piccolo granello spaziale o uno dei tanti microdetriti che si trovano all’altitudine dell’orbita della stazione (330-400 km) potrebbero colpire le tute spaziali russe Orlan dei due space walker causando un disastro.
Ogni piccolo oggetto nel cosmo è un proiettile a 7,7 km al secondo, la velocità con cui la Iss compie quasi 16 giri della terra ogni 24 ore. 
Le procedure sono maniacali come si è visto ieri nel lunghissimo iter per l’apertura del portello del modulo Poisk della parte russa della Stazione. Anche l’avvio dell’operazione, inizialmente indicato come alle 10.49 dell’orario della costa orientale degli Stati Uniti, è stato poi aggiornato da Mosca alle 10.50. Dettagli che possono apparire insignificanti da una scrivania, ma che mostrano il livello di attenzione che bisogna mantenere in ogni gesto dello spazio. Il rientro nella Iss è avvenuto con un’ora di anticipo per problemi tecnici.
Non è certo un copione per film d’azione. Tra i commenti in russo si è sentita più volte scandita la parola «scafandro»: di fatto le tute sono più simili a quelle usate per scendere sul fondo marino che a comodi indumenti. Anche attaccare o staccare dei semplici moschettoni simili a quelli usati in montagna richiede una pazienza fuori dal comune come si è visto nelle lunghe procedure per preparare i dieci nanosatelliti.
Con una curiosità: Mosca non ha perso l’occasione di sfruttare l’occasione mediatica delle telecamere dei due space walker per mostrare più volte la faccia, in stile logo del Kentucky Fried Chicken, di Konstantin Eduardovic Ciolkovskij, il padre della cosmonautica russa (1857-1935), uno dei grandi pionieri dello spazio. La stessa Samantha Cristoforetti ha parlato spesso in russo, una delle diverse lingue straniere che parla. La missione è proseguita portando a termine ulteriori operazioni di manutenzione, come quella legata al braccio robotico europeo.
Altro piccolo particolare mediatico: Mosca ha presentato Artemyev come «Iss commander» e la Cristoforetti come astronauta Esa, laddove le comunicazioni dell’Esa hanno optato per un più anonimo «cosmonauta» per il russo e «astronauta» per l’italiana. 
La Cristoforetti, prima della guerra russa in Ucraina, avrebbe dovuto essere la comandante. Gabriele Mascetti dell’Asi ieri, durante la telecronaca della passeggiata, si è lasciato sfuggire che forse potrebbe ancora accadere, anche se per pochi giorni, laddove la missione di @astrosamantha dovesse essere allungata in ottobre.