La Stampa, 21 luglio 2022
Intervista a Pilar Fogliati
«Quando Steve Della Casa me l’ha proposto ho subito accettato con entusiasmo, dicendogli che proprio in autunno sarei stata a Torino per girare una serie tv. Anche la sua risposta è stata entusiasta: "Dài, così non ci costi niente! "». Quella delle madrine giovani e brillanti è ormai una linea di tendenza del Torino Film Festival. Dopo Emanuela Fanelli la scorsa edizione, quest’anno la scelta è caduta su Pilar Fogliati. Ventinove anni, una capacità non comune di sorridere e far sorridere, l’attrice aprirà la 40a edizione del Tff insieme al direttore e a Francesco De Gregori.
«Sono molto onorata e incuriosita da questo ruolo, sarà la mia prima volta. Sono sicura che Steve farà un grande lavoro, ho condotto con lui qualche puntata di Hollywood Party su Rai Radio 3 e so quanta passione mette nelle cose che fa. In più io sono nata in Piemonte. E questa me la rivenderò tantissimo da qui al festival».
Quanto ha vissuto ad Alessandria?
«Mi hai subito sgamato. Pochi giorni. Però ho i nonni materni di Alessandria e Valenza e quelli paterni di Canelli, sono cresciuta sentendo parlare piemontese in casa. Quell’anno festeggiavamo Natale a casa dei miei nonni, mia mamma era al nono mese di gravidanza e ha deciso di farmi nascere lì. È stata una questione di orgoglio territoriale».
Il suo nome di battesimo da dove viene?
«Dal fatto che mia nonna è nata a Buenos Aires. In suo onore mio papà è stato chiamato Gonzalo e io María del Pilar. In Argentina ho delle cugine, ma non sono ancora andata a trovarle. Lo farò di sicuro, questa storia della famiglia divisa dall’oceano mi pare una di quelle cose molto romantiche».
Romantiche, come il titolo del suo primo film da regista?
«Esatto. E ne sarò anche protagonista, interpreterò quattro personaggi in quattro episodi, come nei film del mio mito cinematografico Carlo Verdone. Lo cito in segno di stima, non per azzardare paragoni. Il film l’ho sceneggiato insieme a Giovanni Veronesi e uscirà al cinema a gennaio».
Si sente più a suo agio con il registro comico o con quello drammatico?
«Il mio cuore batte per la commedia, la trovo più stimolante per la mente e mi fa sentire più autrice di me stessa. Mi rendo conto di avere una faccia estremamente drammatica, ma giuro che dentro sono un’altra cosa».
L’inaugurazione del TFF sarà il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Che cosa si può fare per combattere gli abusi?
«Credo che il modo migliore sia parlarne, capire come si è arrivati a questo punto e da dove deriva tutta questa ignoranza. Perché di questo si tratta, di un deficit culturale, non di raptus emotivi. La cultura deve avere un ruolo nell’educare le persone e in tal senso la cerimonia al Teatro Regio sarà una bellissima occasione».
Com’è nato il suo video più popolare sui social, quello in cui imita gli accenti di tutti i quartieri di Roma?
«È stato estemporaneo, un momento informale da ammazzacaffè. Quando ha iniziato a diventare virale sono rimasta impressionata. Questo però mi ha insegnato che se fai le cose divertendoti riesci a divertire anche gli altri. Adesso dovrò fare lo stesso con gli accenti torinesi, ma bisogna lavorarci ancora un po’».
Chi sono i suoi modelli cinematografici?
«Senza scomodare i giganti del passato, di questa generazione mi piace Margot Robbie, la trovo eccezionale e bellissima. O Shailene Woodley, anche lei straordinaria. Ammiro molto anche alcune colleghe italiane come Alice Rohrwacher, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti».
Che rapporto ha con i social?
«Li trovo uno strumento in cui si posta la parte migliore di sé e si decide quanta verità raccontare, per fare invidia agli altri. Lo sappiamo tutti ma lo accettiamo, stando al gioco. È un luogo in cui la realtà passa attraverso un sacco di filtri metaforici».
E non solo. Quelli digitali li usa?
«Mi sono ripromessa di non cedere mai e per ora ce l’ho fatta. Credo che le luci giuste e una buona posa siano più che sufficienti».
Una canzone da sentire in cuffia quand’è triste?
«Alors on dance di Stromae».
E una per quando è felice?
«Formidable di Stromae. Si è capito che sono in viaggio per il concerto di Stromae».