la Repubblica, 21 luglio 2022
Intervista all’attore Salvatore Esposito
Un boss della camorra, con tanto di tigre in camera da letto si risveglia dal coma nei panni di una bambina di nove anni. E la piccola, finita in rianimazione anche lei, si ritrova nel corpaccione del boss. È da qui che prende le mosse Rosanero,l’ultimo lavoro di Andrea Porporati interpretato da Salvatore Esposito e dalla giovanissima Fabiana Martucci. Il film, una produzione Sky Original è distribuito da Vision Distribution e prossimamente sarà visibile su Sky e Now. Ma, nell’attesa, sarà presentato in anteprima il 25 luglio al Giffoni Film Festival. Per Salvatore Esposito è il dodicesimo film della sua carriera iniziata con Gomorra e il cattivissimo Genny Savastano.
Era il 2014 e la serie tv fece conoscere al grande pubblico il 28enne attore. Poi è arrivato il cinema. Tra i suoi film ci sono Lo chiamavano Jeeg Robot e Puoi baciare lo sposo. Uno dei lavori più recenti èLa cena perfetta in cui ha lavorato con Greta Scarano. Fino a
Rosanero, in cui un camorrista e una bambina sono uniti da un destino singolare. E il boss, appena capisce quello che è successo dice: «Meglio morto che femmina».
«Lui è un tombeur de femmes è pieno di fidanzate e vuole dimostrare la sua mascolinità arcaica e troglodita».
Com’è stato lavorare con una collega così giovane?
«Non era la prima volta, anche in
Spaccapietre, ho lavorato con un ragazzo di 12 anni molto bravo. E più sono bravi e talentuosi, più si divertono e meglio è. Anche perché così riescono a far tirar fuori anche il bambino che c’è in me. Anzi, a volte lei era pure più seria di me».
In questo film è un boss da commedia: quindi sulla camorra si può anche scherzare?
«Si può ridere di qualsiasi tema, soprattutto quando affronti e racconti queste tematiche attraverso l’occhio di una commedia. Rosanero è una fiaba dark, che immagina cosa potrebbe accadere se una bambina vestisse i panni del boss e trasformasse il clan criminale in una società che protegge i più deboli da loro stessi.
È una commedia surreale.
Purtroppo».
I suoi personaggi sono vari. Ad esempio in “Vuoi baciare lo sposo” ha anche affrontato il tema delle unioni civili.
«Quando mi propongono un progetto, un personaggio, cerco sempre di capire che potenzialità ha la storia, che tipo di racconto è.
Poi leggo il percorso del mio personaggio per capire se io, Salvatore, sarò in grado di essere un valore aggiunto. Non sono uno di quelli che sceglie in base al regista, alla produzione o al cast».
Però si è misurato con due produttori (e registi) di livello altissimo, per non dire di culto, come Luc Besson con Taxxi 5 e i fratelli Coen con Fargo.
«Sono stati due progetti molto interessanti, perché per il primo furono Besson e il regista Franck Gastambide a chiamarmi e a raccontarmi la storia, dicendomi che avevano scritto questo personaggio pensando a me».
E con Fargo, com’è andata?
«Sono entrato a far parte di un progetto come quello, in veste di unico candidato. Per me è stato un grande momento».
Nel futuro cosa c’è?
«Dovrebbe uscire dopo l’estate, il sequel del mio primo romanzo, Lo sciamano. Ma prima, il 25 luglio, presenteremo al Giffoni Rosanero ».
Inoltre prenderà parte alla terza edizione di “Celebrity Hunted” su Prime Video con l’altro suo “complice” di Gomorra, Marco D’Amore. E chiederete aiuto ai “Romanzo Criminale” Francesco Montanari e Vinicio Marchioni.
«Sarà un episodio scoppiettante, soprattutto perché Francesco e Vinicio sono due grandi amici. Ci siamo divertiti un sacco».
A proposito della Cena perfetta: se la dovessero interpellare per un talent, magari di cucina, cosa rispondrebbe?
«Non credo di poter dare alcun tipo di contributo. Io cerco di fare il mio mestiere e ho ancora tanto da imparare, visto che non ho ancora festeggiato il decennale dell’inizio della mia carriera. Quindi sono già fortunato per quello che ho ottenuto e sono curioso di capire cosa mi riserveranno i prossimi dieci anni».