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 2022  luglio 20 Mercoledì calendario

Negli ultimi dieci anni, in Africa, le epidemie sono aumentate del 63%

Febbre dengue, antrace, peste, vaiolo delle scimmie e adesso anche una malattia non identificata, che si è manifestata in Tanzania dove, nella regione di Lindi, sono morte tre persone su 13 pazienti con gli stessi sintomi (febbre, sangue dal naso, mal di testa, stanchezza) che niente hanno a che vedere con il virus Ebola o la febbre emorragica di Marburg, causata dall’omonimo virus.
L’Africa è di fronte alla ripresa delle zoonosi, malattie trasmesse all’uomo dagli animali. Gli allarmi sanitari sono cresciuti del 63% negli ultimi dieci anni, tra il 2012 e il 2022 rispetto al decennio precedente, con un picco registrato nel 2019 e nel 2020, secondo il rapporto dell’Oms (organizzazione mondiale della sanità) sulle epidemie in Africa dove da aprile è stato registrato un notevole incremento dei casi di vaiolo delle scimmie (oltre 2mila casi segnalati da inizio anno e soltanto 203 accertati), soprattutto nella Repubblica democratica del Congo e in Nigeria. E che ora è presente in 53 Paesi del mondo (anche in Italia) e in Europa.
In particolare, due terzi delle emergenze registrate erano state causate dal virus Ebola e da altre febbri emorragiche. Il report è stato pubblicato mentre la Tanzania ha annunciato, il 13 luglio, di aver avviato un’indagine sulla misteriosa malattia che ha causato tre decessi nel Paese e ha precisato che altri casi di febbri emorragiche erano stati segnalati in Uganda e nel Sudan del Sud. Il Ghana è ugualmente in stato d’allerta per due casi di febbri emorragiche che si suppone possano essere legate al virus di Marburg (la diagnosi non è certa) che si sono manifestate all’inizio del mese in corso.