ItaliaOggi, 20 luglio 2022
La trans detenuta che ha ingravidato due compagne di cella
Lo spiritus mundi est insania mundi. Fedele alla regola per cui se uno non è quello che è ma quello che si sente, poi arrivano i guai, non quelli che si sentono ma quelli che sono davvero. In una galera del New Jersey un transgender, o una, o boh, ha messo incinte almeno due detenute donne; dopodiché, a feti installati, è stato trasferito, si presume in altro carcere gender, così ricomincia. Il tutto senza ascoltare le guardie carcerarie, che avevano ammonito: poi va a finire così. Silenzio, fascisti, bianchi maschi tossici, black lives matter, comunismo e libertà: per poco non trasferivano gli sciagurati sbirri. Perché il verbo gender non si discute più e se qualcosa finisce a scatafascio, ebbene che crepi la realtà: questo, insegnava Giovanni Sartori, è il tratto distintivo delle ideologie, se la sostanza non torna, si forza la sostanza fino a che concide con l’ideologia, poi se anche costa qualche decina di milioni di morti che vuoi che sia.
E così il transgender ha colpito: a questo punto la sora Lella potrebbe dire: «Ma trans de che, si ne ha ingravidate due in un colpo solo?». In effetti, l’operazione sembra avvenuta per vie molto light: gli hanno tagliato la barba, installato le treccine e cambiato il nome da Demitrius a Demi. Demi Minor. Minor mica tanto.
E qui si scherza, ma mica tanto: è un problema che sempre più riguarda il mondo, il suo spiritus, la sua insania: hai voglia a considerare femmina un maschio, a infilarlo in una prigione, che è già un luogo borderline, di femmine, a farlo gareggiare tra le donne: fateci caso, alla fine si pentono sempre, allontanano, rimediano. Sempre in ritardo, ma inesorabilmente. Perché è inesorabile la vita che presenta il conto. Il problema, è che l’umanità non impara niente, rincorre sempre gli stessi guasti e le medesime cazzate: se no che ideologia sarebbe, e questa è per l’appunto l’ideologia del postmarxismo che, avendo perso la lotta di classe, la rivoluzione proletaria, da ultimo anche la trasfusione del riscatto operaio su quello migrante, come predicava Toni Negri, pessimo maestro in tutto, si è buttata sul sesso, meglio, sulla confusione sessuale: è un terreno più fertile, ha un mercato più vasto, non passa mai di moda e la si può rivestire di qualsiasi implicazione in senso neocomunista: il gender ambientale, il gender energetico, il gender sportivo, e così via.
Un volgarissimo trucco, che tuttavia fa presa. Dicono che le due gravide fossero consenzienti: ma che senso ha, in una galera le pulsioni sono estreme, disperate e il confine è meno che labile; la sostanza è che hanno messo un maschio in un istituto di pena femminile e il maschio ne ha messe incinte due, e non è neppure il primo caso: adesso che fine faranno quei feti, non lo sa nessuno. E nessuno pagherà. Il buon senso, la logica, la prudenza non sono di questo mondo, abitato da irresponsabilità e menzogna: puoi chiamare un maschio, provvisto di sessualità maschile, femmina, non binario, come ti pare, ma alla fine è la natura che vince, scatena i suoi effetti e punisce gli innocenti. E hai voglia a dire che se la natura non collabora, ebbene che si fotta la natura: mai, nella tormentata storia umana, eravamo giunti a un simile abisso di follia, dove le parole contano più della realtà, dove un maschio può essere femmina se lo depili, si uccidono le statue, si odia a morte in nome dell’amore, si confondono le carte.
Ma un mondo dove tutto è confuso è, alla lettera, un pandemonio, il regno del Maligno, il trionfo della confusione diabolica dove nessuno più si orienta. Abbiamo problemi tragici, guerre, carestie in arrivo, in 40 anni hanno saputo solo sbagliare tutto specialmente sull’energia, ci danno i condizionatori, i marchingegni elettronici e poi, di colpo, ci vietano di usarli perché non c’è elettricità; hanno proibito il nucleare, salvo stabilire che era pulito, era rinnovabile, era green, era accettabile per la delirante agenda euroglobale.