Corriere della Sera, 20 luglio 2022
Arianna 9 medaglie mondiali come il mito Mangiarotti
C’è il passaggio nella storia – che la equipara a Edoardo Mangiarotti —, ma non c’è l’oro. Arianna Errigo si ferma a un passo dal tornare campionessa del mondo del fioretto, 8 anni dopo il titolo di Kazan e 9 dopo quello di Budapest. La finale del Cairo inceppa un ingranaggio fino a quel punto perfetto: è la francese Ysaora Thibus – eterna piazzata – a bloccarlo in un match che l’azzurra non ha mai portato sul ritmo che di solito impone. «A un certo punto le ho detto che stava tirando in una finale mondiale, non in un allenamento. È tornata la Errigo che conoscevamo e di questo sono contento, ma d’ora in poi lavoreremo affinché sia più cattiva», dice il c.t. Stefano Cerioni. Uno che comunque ieri in qualche modo ha vinto: per quattro anni e fino allo scorso settembre ha infatti allenato Thibus.
Peccato, come all’Europeo di giugno – finale persa contro la tedesca Ebert – a Errigo è mancato il guizzo della perfezione: i due punti di svantaggio incassati nelle fasi iniziali sono stati un giogo dal quale non si è più liberata, finendo poi sovrastata dalla francese e innervosita da alcune decisioni arbitrali. Ma prima c’era stata anche l’epica di una semifinale dominata (11-4), poi quasi persa (13-14) e infine strappata con i denti (15-14) alla campionessa olimpica Lee Kiefer. Di nuovo Cerioni: «Spero non ci sia l’audio di quello che le ho detto nel minuto di pausa: stava buttandosi via. Pure su questo ci sarà da ragionare».
Resta comunque la pagina storica: l’argento regala a Errigo il nono podio individuale iridato. Raggiunto il grande Mangiarotti, che però tirava di fioretto e di spada. Davanti c’è solo Valentina Vezzali, a quota 12.
I numeri dicono pure altro: Arianna ai Mondiali, dal 2010 e con l’eccezione di Catania 2011, non è mai andata oltre il terzo posto. E questa è la diciannovesima medaglia. Insomma, dispiaciuta ma non delusa: «È bello aver eguagliato Mangiarotti, ed è importante vedere che paga il lavoro con Cerioni. Ero trattata come l’ultima ruota del carro, Stefano ha creduto in me. È una sfida dura per entrambi, io sono complicata: lui l’ha accettata proprio perché è difficile». Oggi però Arianna sembra più serena: «Sento la fiducia del migliore, sto sistemando i tasselli. L’obiettivo vero sarà Parigi 2024». Avendo nel mirino quell’oro olimpico individuale che è una lacuna in una bacheca regale.