Corriere della Sera, 20 luglio 2022
Mose, tra sperperi e nuove promesse
«Le paratoie, progettate per una vita utile di 100 anni, saranno sottoposte, durante l’esercizio della barriera, ad una attività di manutenzione che prevede la sostituzione periodica di tutte le paratoie, con frequenza quinquennale, così da comportare la sostituzione annua di 4 paratoie per sbarramento. La riverniciatura completa, inclusa la sabbiatura, è prevista a intervalli non inferiori ai 5 anni per i rivestimenti esterni e 10 anni per quelli interni. La sostituzione degli anodi esterni è programmala ogni 5 anni. La sostituzione degli anodi interni è programmata ogni 10 anni». A rileggere il progetto esecutivo dei «Nuovi interventi per la salvaguardia di Venezia» firmato dal responsabile della progettazione Alberto Scotti, dopo anni e anni di pensamenti, il 10 giugno 2013, pareva tutto chiaro: la manutenzione del Mose sarebbe stata costosissima perché un sistema così complesso e costato così tanto non poteva permettersi di incepparsi. Tant’è che le cifre ipotizzate per quei lavori alle paratie immerse nell’acqua ed esposte a un degrado non diverso da quello delle barche, erano via via cresciute: 30 milioni l’anno? No, 40! Anzi, 70! Fino ad arrivare a 80 o 100 milioni l’anno! Come poteva lo Stato investire un miliardo a decennio per la sola manutenzione delle paratoie presentate a fine 1988 con la promessa sarebbe tutto finito nel 1995? Tanto più che le stesse Ferrovie dello Stato, per le loro navi, prevedono un carenaggio in media ogni due anni? Finché, giorni fa, in un’intervista al Gazzettinola commissaria straordinaria Elisabetta Spitz, con un colpo di scena, ha spiegato che no, per carità, andrà tutto meglio del previsto. Certo, «le foto delle paratoie colonizzate dalle cozze le abbiamo viste tutti. Ma lo sa che è bastato passare un getto d’acqua per farle tornare libere e gialle?». Quindi? «Le manutenzioni ordinarie vanno fatte e si fanno praticamente ogni giorno. Quelle straordinarie, alla paratoie, una ogni 10 anni». La metà di quanto previsto dagli esperti e dal piano esecutivo? «Abbiamo fatto una gara, l’ha vinta una società», cioè la Fincantieri, «e saranno loro a decidere...». Auguri. Dopo tanti impegni presi e mancati, dopo tanti rinvii, dopo tanti soldi finiti come si sa, però, gli autori delle nuove promesse non si stupiscano se i veneziani sono scettici. Per carità, alla larga dai gufi. Ma a far ancora la figura dei piccioni...